
Ipo è una organizzazione di accompagnamento internazionale e informazione in Colombia, in solidarieta' con organizzazioni sociali in resistenza non-violenta.
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Sembra logico supporre che quanto piú uno stato è democratico tanto meno è incline all’uso della violenza. Sembra logico perché cosí ci è sempre stato detto, perché i governi occidentali acclamano la democrazia come l’unica forma di governo accettabile, demonizzando ogni modello differente. E a giudicare dai risulatati, la propaganda ha avuto successo: non c’è quasi paese al mondo che non si definisca democratico, partendo dagli stati nati dalla dissoluzione dell’ex Unione Sovietica per arrivare fino alla gran parte dell’Africa e la totalità dell’America Latina.
La Colombia è la democrazia più longeva del Sudamerica, e certamente non possiamo definirlo un paese pacifico. Quello che Guido Piccoli definisce “il laboratorio delle barbarie” è un paese dove domina un’ingiustizia scandalosa, un livello d’impunità aberrante e soprattutto un livello di violenza, specialmente in alcune regioni del paese, simile a quello dei golpe che hanno segnato la storia del continente nella seconda metà del Novecento.
Arauca, regione ricca di giacimenti petroliferi, è diventata uno di questi laboratori, dove le barbarie hanno un nome rassicurante: seguridad democratica, sicurezza democratica. È questo un piano elaborato dal governo Uribe con l’appoggio del governo statunitense che, celandosi dietro il buon nome della democrazia, punta a “recuperare l’Arauca.” Ritenendo la lotta alla guerriglia narcoterrorista il problema principale che affligge il paese, cerca di ristabilire l’ordine attraverso la militarizzazione massiva. A quattro anni dal suo inizio, la guerriglia ha mantenuto le sue posizioni ed il pieno controllo della zona rurale mentre il paramilitarismo ha cercato di espandersi anche grazie alla vicinanza territoriale con il Casanare, dove da tempo è presente e attivo.
La politica di “sicurezza democratica” ne ha garantito il consolidamento perché promuove la paramilizzazione della società disconoscendo il principio di distinzione garantito dal I Protocollo aggiuntivo del 1977 alla Convenzione di Ginevra del 1949. Creare reti d’informanti tra la popolazione civile pagati per segnalare i presunti insorti è uno degli strumenti più utilizzato in Arauca. Gli informanti, per la maggior parte contadini o ex paramilitari smobilizzati, ricevono meno di cento euro per testimoniare contro i leader del movimento sociale e fare cosí campo libero dalla possibile opposizione. L’arauca è stato un laboratorio che ora sta essendo utilizzato anche nel resto del paese, per ottenere a basso costo l’annientamento di gran parte del movimento sociale con coscienza politica.
La tecnica non è nemmeno delle più elaborate: la presenza della guerriglia e delle coltivazioni illecite sono ottimi argomenti per giustificare la militarizzazione e la paramilitarizzazione della società, riuscendo così ad ottenere due grossi risultati, il controllo del territorio e delle sue ricche risorse ed il controllo del movimento sociale. La repressione asfissiante è una tecnica utilizzata dal governo per incentivare l’abbandono delle terre, che possono in questo modo essere utilizzate in maniera assai piú redditizia.
Nel 2002 il governo degli Stati Uniti ha versato nelle casse della Brigata XVIII, che insieme alla Movil 5ª controlla il territorio, circa 100 millioni di dollari per avere garantita la protezione dell’oleodotto Caño Limón-Coveñas.Tutti questi fattori hanno fatto sí che la situazione in Arauca sia tra le piú invivibili di tutta la Colombia. La popolazione civile vive in un clima di pura dittatura militare. Nei centri urbani la presenza massiva della polizia che costantemente gira per le strade cittadine adottando lo stile dei sicari in motocicletta, ricorda l’atmosfera descritta da Marquez in “Cronaca di una morte annunciata.” L’esercito invece controlla la zona rurale attraverso una rete fitta di posti di blocco dove sempre tutti i passeggeri sono fatti scendere dalle auto, perquisiti e praticamente interrogati durante il controllo dei documenti.
Garanzie giuridiche limitate, reiterate violazioni dei diritti umani, detenzioni di massa, sparizioni forzate, non lasciano alla polazione civile che due opzioni: il silenzio o lo sfollamento interno. Qualunque alternativa viene impedita e repressa.
È questo il caso di ACA (Associazione Contadina di Arauca), associazione di base che promuove l’organizzazione e la tutela dei contadini della regione, e per questo considerata base sociale della guerriglia. Come la maggiornaza delle proposte che cercano di contrarrestare l’avanzata della violenza attraverso l’organizzazione popolare non armata, subisce la repressione e la stigmatizzazione da parte dello stato colombiano e i suoi membri vivono come fuggitivi che si nascondono da coloro che, secondo i sacrosanti principi della democrazia, hanno il compito di difendere i cittadini.
Le democrazie non solo non sono immuni dalla violenza, ma addirittura i governi che si definiscono “liberali” hanno iniziato a mostrare di poterla e saperla usare soprattutto in una logica coloniale e imperiale, o in risposta ad attacchi che mettevano in pericolo la loro sopravvivenza, in nome – cioè – di una guerra “giusta.”
Finanziamenti statunitensi ed europei, istruttori militari israeliani, tutto l’appoggio logistico-militare fornito all’esercito colombiano dalle nostre longeve democrazie costituiscono l’unico contributo alla fantomatica pacificazione del paese, mentre la gente continua a subire i soprusi, tanto frequenti da non generare scalpore all’interno del paese, quanto occultati o semplicemente ignorati dall’opinione pubblica mondiale.
Produrre informazione, diffonderla in maniera capillare e promuovere la presa di coscienza dell’opinione pubblica, nazionale ed internazionale, diventano quindi strumenti ed obiettivi indispensabili per abbattere il muro di gomma che accerchia l’Arauca, la Colombia e tutta l’America Laitna. Ma per farlo è indispensabile sganciarsi dal sistema mediatico tradizionale che propone veritá preconfezionate, avvalora i luoghi comuni e appiattisce le contraddizioni creando cosí la premessa necessaria al perpetuarsi del sistema: l’ignoranza diffusa e controllata.
Creare reti di comunicazione indipendente sfruttando l’abbassamento dei costi di produzione e l’amplio potenziale di fruizione del materiale informativo prodotto permettono di generare meccanismi di diffusione rapidi, economici ed estremamente capillari. Utilizzare lo sviluppo delle nuove tecnologie per promuovere una globalizzazione dell’informazione diventa quindi uno strumento fondamentale per combattere il sistema con l’arma piú potente: la veritá, base della vera democrazia
Laura Lorenzi
International Peace Observatory