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Ai solidali con la ACVC: grazie per aiutarci a resistere

20.10.09

Andres Gil Gutièrrez

Mi corrisponde quella che per me è la più grande dignità di cui sia stato incaricato, e quella di esprimervi oggi, in nome dei compagni e compagne della direzione dell’ACVC, come pure in nome di coloro che abbiamo sofferto e sopportato sulla nostra pelle la persecuzione giudiziaria contro la nostra organizzazione, il nostro profondo e radicato ringraziamento a voi compagni e compagne, che con il vostro accompagnamento e iniziative permanenti di appoggio alla resistenza contadina che porta avanti la ACVC, avete piantato una grande referenza di solidarietà, di fronte ai muri di silenzio che tenta di porci il regime oscuro e fascista che oggi porta avanti il destino della nostra Colombia.
Messi a punto gli ingranaggi, preparati i meccanismi, perfezionati i dispositivi, pronta la struttura politica, militare e giuridica dello Stato comunitario di Uribe organizzata per triturare e e ingoiarsi ai molesti contadini organizzati nella ACVC, che con la loro persistenza, si negano a vivere senza dignità e ad abbandonare il loro territorio alle fauci depredatrici senza limiti del capitale trans-nazionale.
Però nei loro piani arroganti non figurano quelli a piedi, quelli che per i potenti di questo regime sono meno di nulla, però questi nulla, non siamo mai stati disposti a lasciarci dominare e calpestare facilmente, e mentre i signori Generali, Senatori e altri corrotti, celebrano l’inizio dei processi giuridici contro di noi, come pure l’assassinato di contadini per mano dell’esercito ufficiale, e tutta la sistematica e terrorizzante persecuzione contro la ACVC; quelli a piedi, quelli che non siamo nulla alziamo con più forza le nostre voci di rivendicazione e protesta, e decidiamo di far funzionare la ruota della nostra propria storia.
Stiamo parlando compagni della nostra storia, quella che si sta forgiando grazie a voi, quelli che senza pensarlo due volte lasciando casa propria, intrapresero il cammino lungo il pendio con valore, quello necessario per agitare e denunciare nelle strade e davanti al mondo la crudeltà della realtà che ci opprime, ce si gestisce e coordina dalle viscere del potere dominante di questo paese.
E’ la storia costruita da voi, i contadini, gli studenti, gli operai, le organizzazioni sociali e di diritti umani del Magdalena Medio e del paese, quelli che nonostante soffrano le stesse o peggiori situazioni di persecuzione, hanno marciato accanto a noi, gestiscono iniziative di accompagnamento, ci offrono il loro spazio per coprirci e proteggerci, quelli che gomito a gomito in strada, ci aiutano a sostenere i nostri striscioni, scritte e bandiere, quelli e quelle che ci offrirono la loro spalla e ci tesero le mani per sostenerci, chi ci accompagnò a interrare i nostri morti e che non permisero che nella loro camera mortuaria, il dolore e la afflizione seppellissero anche le speranze, chi ci ha animato e rafforzato in ogni momento, alimentando il nostro morale, perché le oscure celle del regime non riuscissero a sottomettere le nostre convinzioni.

Siete voi compagni e compagne, chi con ogni atto di appoggio hanno reso possibile la campagna:
“La ACVC difende i contadini difendiamo la ACVC”. Con le riunioni pubbliche, le marce, le denunce, le riunioni, la generazione di importanti spazi di denuncia in fori nazionali e internazionali, l’utilizzo di spazzi e mezzi alternativi come strumenti per rompere il recinto mediatico che le grandi compagnie di comunicazione privata impongono al mondo. Siete voi e i vostri sforzi che hanno obbligato alla macchina fascista di smorzare la grande tenaglia con cui ci opprimono, siete voi compagni e compagne chi ha riaffirmato con forza in queste giornate il motto “La solidarietà è la tenerezza del popolo”, lasciando al movimento sociale la storica referenza, l’essenziale di questo motto come strumento per la costruzione di unità, per la resistenza e la azione popolare e sociale.

Vogliamo finalmente esprimere oggi davanti a voi e ponendo come testimone la storia che stiamo forgiando, la nostra convinzione che ci vedranno in ginocchio solo una volta, solo una volta il nostro corpo si chinerà, e sarà per giurargli ai nostri morti, che il loro sangue non è scorso in vano, che il loro esempio continua ad alimentarci, che anche se i messaggeri dell’ignominia diventino signori, il futuro è nostro, e che andremo avanti costruendo un miglior domani per le generazioni future.

ANDIAMO ASSIEME

Con il tuo posso e il mio voglio
Andiamo assieme compagni

Compagno ti aspetta
la stessa sorte che a me
Hai promesso e ho promesso
Accendere questa candela

Con il tuo posso e il mio voglio
Andiamo assieme compagni

La morte ammazza e ascolta
La vita viene poi
La unità che serve è
Quella che ci unisce nella lotta

Con il tuo posso e il mio voglio
Andiamo assieme compagni

La storia suona sonora
La sua lezione come campana
Per godere il domani
Bisogna guerreggiare l’oggi

Con il tuo posso e il mio voglio
Andiamo assieme compagni

Già non siamo innocenti
Ne nel bene ne nel male
Ogni uno al suo mestiere
Perché in questo non ci sono supplenti

Con il tuo posso e il mio voglio
Andiamo assieme compagni

Alcuni cantano vittoria
Perché il popolo paga con la vita
Però questi amati che sono morti
Stanno scrivendo la storia

Con il tuo posso e il mio voglio
Andiamo assieme compagni

Mario Benedetti

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