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Per la vita e la dignitá nel campo costruiamo la sovranitá alimentar

11.12.09

Relazione introduttiva al X Congresso nazionale di FENSUAGRO ( Federazione Nazionale Sindacato Unitario Agropecuario)
Bogotá 3,4,5 e 6 dicembre 2009

Per la vita e la dignitá nel campo
costruiamo la sovranitá alimentare

Stiamo vivendo momenti politici della vita nazionale molto difficili, avversi alla classe contadini, ai lavoratori e in generale al popolo colombiano. Le politiche neoliberali applicate dal rgime imperante si accellerano favorendo i settori dell’oligarchia finanziaria, mafiosa, latifondista, guerrafondaia che utilizzano il potere e raccolgono i frutti di anni di violenza contro i settori popolari.
Il nostro X Congresso si riunisce con il proposito di analizzare la realtá che vive la classe contadina e in generale la popolazione rurale colombiana, valutare i nostri compiti e impegni e tracciare le nuove direttrici volte a rafforzare la nostra presenza organizzata nelle regioni rurali, ugualmente tracciare nuove linee politiche che permettano di affrontare l’attuale fase politica.

La crisi capitalista

L’esplosione della crisi capitalista occorsa nel 2008, solo comparabile con la grande depressione degli anni ’29-‘33 del secolo passato. Inizia negli Stati Uniti con la grande frode finanziaria a milioni di familie che non poterono pagare le ipoteche delle loro case.
Questa crisi si caratterizza per la sua accumulazione di speculazioni che a loro volta si intrecciano con crisi alimentare, economica, energetica, ambientale, produttiva.
Le misure di taglio keynesiano moderno adottate per le principali potenze e paesi industrializzati per tentare di salvaguardare i propri interessi economici, che come nel caso del governo Bush negli Stati Uniti iniettó una somma di 700 miliardi di dollari nel settore bancario, uguale misura adottata dal signor Brown in Inghilterra.
Queste decisioni che socializzano una tale truffa non superano tuttavia i confini capitalisti.
La disoccupazione mondiale é venuta aumentando dal novembre 2008, si persero 500.000 posti di lavoro per settimana e la recessione é presente in Europa, Asia e America Latina. Di fatto la crisi che vive l’attuale sistema, non significa la fine dell’economia di libero mercatoe benché la crisi ha obbligato i principali stati ad intervenire, non ci sono possibilitá che si viri ad un modello interventista e rgolatore del mercato in forma permanente. Si rende evidente che non basta una crisi economica perché cada il sistema attuale, si rende necessaria una profonda organizzazione sociale e politica della societá che permetta l’abbattimento delle strutture del sistema capitalista che opprime e sfrutta i lavoratori e il popolo in generale.

La crisi climatica

Il nuovo tema che acutizza il conflitto tra paesi industrializzati o chiamati sviluppati e quelli denominati poveri é il cambio climatico.
Sempre di piú i paesi industrializzati sprecano maggiori risorse energetiche, essendo i responsabili principali del deterioramneto climatico del pianeta e della crisi climatica. Come conseguenza di questo fenomeno le peggiori conseguenze le stanno soffrendo i paesi in condizione di povertá, specialmente nell’Asia del Sud e Centro America.
La crisi climatica é legata al riscaldamento globale, che a sua volta mostra gli effetti del modello di sviluppo basato sull’accumulazione di capitale, l’alto consumo e spreco dei conbustibili fossili, sovraproduzione, consumismo e libero commercio.
I paesi industrializzati e l’agricoltura industriale sono considerati le principali fonti di gas serra, i quali stanno aumentando la temperatura del pianeta. Alcuni studi avvertano circa una diminuzione della produzione agricola globale tra 3% e 16% entro l’anno 2080, come conseguenza di questo fenomeno.
Il protocollo di Kyoto e altri piani internazionali, presntano il commercio di anidride carbonica come una soluzione per il problema del riscaldamento globale. Si tratta della privatizzazione della terra, dell’aria, le sementi, l’acqua e tutte quelle risorse richieste per l’espansione e lo sviluppo nel processo di accumulazione del capitale. Si permette ai governi di assegnare permessi a enormi inquinanti industriali di tale forma che possono comprarsi il diritto a continuare ad inquinare. Aree naturali di Africa, Asia e America Latina sono trattate come discariche di anidride carbonica, portandole alla privatizzazione attraverso la venditá di servizi ambientali, condannando le comunitá rurali all’espulsione dalle loro terre e territori, negando nettamente alle comunitá il diritto di accesso a boschi, campi e fiumi.
I grandi agronegozi stanno distruggendo gli ecosistemi, i boschi, le biodiversitá e contribuiscono alla desertificazione. Ogni anno 6 milioni di ettari di ettari di terra si trasformano in deserti ( conseguenza anche del cambio climatico).
La prossima riunione sul clima da realizzarsi in questi giorni a Copenaghen non promette cose nuove a quelle giá stabilite in altre riunionidei paesi del mundo.

Gli agrocombustibili : piú fame per l’umanitá

Gli agrocombustibili prodotti a partire da piante e alberi, sono stati presentati al mondo una soluzione all’attuale crisi energetica. Secondo il Protocollo di Kyoto il 20% del cosumo globale di energia dovrá provenire da risorse rinnovabili entro il 2020, e questo include gli agrocombustibili.
Secondo studi, si considera che per produrre 100 litri di etanolo si devono per lo meno utilizzare 30 litri di altro tipo di combustibile. Possiamo affermare che gli agrocombustibili a medio e lungo periodo saranno un problema peggiore, ora che si destineranno sempre maggiori quantitá di terra a questa produzione e meno alla produzione di alimenti per gli esseri umani. Secondo una relazione della FAO, ogni 5 secondi un bambino minore di 10 anni muore di fame. Approssimativamnete 850 milioni di persone, 1/7 della popolazione mondiale soffre di malnutrizione cronica. Piú di 1 miliardo di persone vivono in condizione di povertá.
Poche imprese trasnazionali come Cargill, Monsanto, DuPont, Nestlé e altre, controllano gli alimenti e i prezzi, con conseguente aumento di questi ultimi. L’intervento nel mercato dei Futurs (vendita anticipata della produzzione) con conseguente speculazione sui prezzi incide sulla crisi alimentare. La produzione e commercio del grano é controllata per il 50-60 % da parte dei fondi d’investimento, essendo questo cereale uno dei maggiormente commercializzati.
Tre borse fissano il prezzo di mercato degli alimenti ( borsa di Chicago, Kansas City e Minneapolis). Le 10 maggiori trasformatrici di alimenti (Uniliver, Tyson Foods, Cargil, Mers, ADM. Danone, Nestlé, Pepsico, CocaCola e Craft Foods) controllano il 40% del mercato globale.
Nel 2002 la venditá globale di sementi e agrochimici é stata di 29 miliardi di dollari, la lavorazione di alimenti di 259 miliardi di dollari e nelle catene di vendita al consumatore di 501 miliardi di dollari. Nel 2007 questi settori aumentarono rispettivamente di 49 miliardi di dollari, 339 miliardi di dollari e 720 miliardi di dollari.

America Latina

La posizione egemonica degli USA di fronte alla regione LatinoAmericana si é vista diminuita nella decada degli anni 90, la Unione Europea diventó il primo investitore della regione. Le imprese europee si convertirono nelle principali beneficiarie delle privatizzazioni di imprese statali, specialmente quelle relative ai servizi ( energia, comunicazione, acqua). La crisi USA nella regione si approfondisce durante l’amministrazione Bush.
Nel 1994 Washington aveva guadagnato l’adesione di 34 paesi della regione al progetto annesinista dell’ALCA, una decada dopo i paesi del MERCOSUR e Venezuela disarticolavano tale iniziativa imperialista, seppellendo l’idea di una area di libero commercio dall’Alaska alla Patagonia.
La costruzione di UNASUR ( Unione delle Nazioni Sudamericane) é in se stessa una sfida all’egemonia imperialista nella regione.
Il Cosiglio di Difesa Sudamericano, creato il 10 marzo 2009, mira a prevenire conflitti, approfondire la cooperazione militare, coordinare missioni umanitarie e di pace, con l’obiettivo nel futuro inmediato della creazione dell’Istituto di Difesa Sudamericano.
L’iniziativa di riattivazione dell’OPEC per parte del Presidente Chavez e le relazioni sempre pií strette del Venezuele con paesi come Iran, Cina, Russia; l’espulsione degli ambasciatori USA da Bolivia e Venezuela; l’avanzare dell’Alternativa Bolivariana per America Latina e Cariba (ALBA) aprono un nuovo cammino differente dall’impostazione Nordamericana.
É importante segnalare il declino economico in materia commerciale tra USA e America Latina, nello stesso momneto tra America Latina e Cina si incrementa di 10 negli anni 2000-2007, passando da 10 a 100 miliardi di dollari, benché rimanga lontano in relazione ai 560 miliardi che rappresenta il commercio USA-America Latina.
Nel limite dell’ALBA si é pianificato il SUCRE, Sistema Unificato di Compensazione Regionale, moneta che coinvolge Ecuador e paesi dell’ALBA. Cosí come il Banco del Sud, il fondo comune di riserva del sud che sará l’alternativa al FMI.
In tutto questo l’imperialismo nordamericano muove le sue pedine, tra queste il dipiegamneto della IV flotta in acue limitrofe ai paesi Latinoamericani e del Caribe, che si converte in una minaccia per tutta la regione.
L’installazione di sette basi militari USA in Colombia, che nella realtá va molto al di lá della lotta contro il narcotraffico nella regione; si tratta della maggior ingerenza militare nella regione diretta a mantenere l’egemonia su tutto il continente americano.
Il colpo di stato contro il Presidente Zelaya in Honduras, non solo si converte in un laboratorio del nuovo stile operativo per legittimare i golpisti di fronte al mondo. Le ingerenze, le provocazioni contro Bolivia e Venezuela, lasciano vedere che l’imperialismo non si é rasegnato né vuole rassegnarsi alla possibilitá di perdere il suo predominio nella regione.
Le recenti elezioni svoltasi in Honduras, non riconosciute in molti paesi del mondo, rappresentano l’usurpazione del governo legittimo di Manuel Zelaya.

Colombia : un governo militarista, mafioso e latifondista

La strategia di rafforzamento della democrazia, o Plan Colombia II (2007 – 2013) diretta a consolidare la politica di Sicurezza Democratica include un piano per le frontiere, un nuovo piano di guerra. Si tratta di una strategia diretta a garantire la sicurezza prevedendo un nuovo progetto di legge di sicurezza e difesa come asse della politica ufficiale.
Il coinvolgimento della popolazione civile nel conflitto da parte dello Stato si traduce in programmi come la Rete di Informanti, la quale secondo il Governo passó da 1 milione di informanti a circa 3 milioni, la famiglia guardiaboschi, i soldati contadini, giovani in azione e altro.
Il finanziamento per la guerra si é incrementato enormemente, passando da 15 mila miliardi di pesos ( 5 miliardi di euro) nel 2008 a 22,21 mila pesos (7.5 miliardi di euro) questo anno, un 6.5% del PIL. Le forze armate superano i 400 mila uomini.
Il Plan Colombia negli ultimi sette anni ricevette pií di 5 miliardi di dollari destinati ad armamenti.
La crisi umanitaria si mantiene, continuano gli sfollamenti forzati, il cui numero supera i 4.700.000 in tutto il paese.
Nel 2008 piú di 1492 civili morirono come conseguenza del conflitto, contro i 1348 dell’anno precedente.
Nella stessa maniera nel 2008, 182 persone furono vittama di sparizione forzata, cifra superiore ai 119 casi occorsi nell’anno 2007.
Piú di 1.000 membri delle forze militari sono investigati dalla Fiscalia Generale della Nazione per crimini di Stato contro piú di 1700 giovani, reclutati attraverso l’inganno da miembri delle Forze Armate, successivamente erano assasinati e riportati come guerriglieri o paramilitari morti in combattimento.
Il recente documento della corporazione Arco Iris mostra come 11.000 smoilitati delle AUC sono tornati a incorporarsi in gruppi armati che continuano a sviluppare attivitá della strategia paramilitare.
Lo sviluppo della politica di Sicurezza Democratica, bandiera programmatica del mandato del Presidente Uribe, ha portato ad un balzo della spesa pubblica per la Difesa dal 1.8% del 1991 al 4.5% del 2006.
La tassa di guerra segnalata come supporto della Sicurezza Democratica riscossa nel 2002 raggiunge i 2.48 miliardi di peso (800 milioni di euro).
Le differenti riforme tributarie sono dirette a rafforzare la politica di guerra dello Stato.
Durante il periodo di Sicurezza Democratica pedina chiave del governo uribista tra 2002 e 2008 sono stati assassinate 143.498 persone, si sono verificati 403 massacri e é stato certificato lo sfollamento forzato di 2.151.573 persone.
Contemporaneamente il paese vive una grave riconcentrazione della proprietá della terra. La violenza paramilitare ha sottratto alla classe contadini 10 milioni di ettari di terra. Oggi 49 milioni di ettari di terra sono proprieta di 15 mila latifondisti.
La politica anticontadina applicata é diretta al rafforzamento e modernizzazione delle aziende latifondiste. Il fallito Statuto di Sviluppo Rurale (legge 1152 del 2007 dichiarato innaplicabile dalla Corte Costituzionale), rappresente la politica uribista per la campagna colombiana, che concede vantaggi a latifondisti, agronegozi, agrocombustibili, concessioni minerarie e interessi delle aziende trasnazionali. Rappresenta il modello clientelista e mafioso con il quale il Ministro dell’Agricoltura ha maneggiato i sussidi di Agro Ingreso Seguro. Il modello che si pretende imporre a sangue e fuoco per parte della borghesia latifondista vede nella classe contadina un ostacolo del progetto latifondista, mafioso e speculativo nel campo.

Distruzzione della sovranitá alimentare

Colombia si trova in una vera crociata in materia di produzione di alimenti. L’area coltivata si ha diminuito di pií di 1 milione di ettari. Questo ha portato ad una veloce diminuzione della produzione agricola nazionale. Le importazioni sono incrementate a piú di 8 milioni di tonnellate annue.
La politica anticontadina dell’attuale governo, non considera minimamente l’economia contadina, il suo appoggio risulta diretto fondamentalmente alla produzione agroesportatrice (palma da olio, banane, fiori, caucciú, cacao, legname …), con la quale il paese é caduto in una dipendenza alimentare.
Nel 1997 si coltivarono 3.1 milioni di ettari, contro ai 3.7 milioni del 1990.
La riduzzione dell’area coltivata coduce alla pardeta 119.600 posti di lavoro, le importazioni cresciute ad un ritmo annuale del 2.6%.
La produzione di cotone passó dalle 130 mila tonnelate del 1975, passando a 4707 tonnellate nel 1996 e 427 nel 2007.
Nel giunio dell’anno 2000 il paese importa 6 milioni di tonnellate di alimenti, otto volte di piú che nel 1990. Dentro di questa logica si incrementano i coltivi come la palma da olio, la quale in previsione debe passare dai 600 mila ettari di oggi a 3 milioni entro il 2019. La sua espansione é stata accompagnata da sfollamenti forzati e dalla presenza paramilitare nelle regioni dove dove si trovano queste grandi estensioni come Magdalena Medio, Llanos Orientale, Sud della Costa Pacifica e Costa Atlantica.

Crisi economica : maggiori sacrifici per il popolo colombiano

Mentre cresce l’indici di povertá e miseria nelle campagne colombiane ( 72% e 30% ripettivamente), 103 grandi imprese guadagnano dalla crisi economica, nel 2008 queste imprese ricevettero finanziamenti per 5 mila pesos (1.7 miliardi di euro) e il settore finanziario guadagnó in totale 10.5 mila pesos (3.5 miliardi di euro). Nel giugno 2008 le imprese monopoliste continuarono ad ottenetre buoni risultati a loro favore, riportando utili superiori a quelli dell’anno 2007.
Nonostante questo la produzione industriale diminuí del 7.3% tra gennaio e settembre di questo anno, le vendite diminurono del 5.7% e il consumo domestico diminui del 6.5%, la disoccupazione raggiunse il 14%.
Mentre la prospettiva sociale del paese é critica, le risorse economiche sono diritte, a partire dagli aiuti USA, alle spese militari, che giá sommano il 6,2% del PIL, superiore a quanto stanziato per sanitá de educazione insieme. La percentuale di PIL destinata alle spese militari é la piú alta dell’America Latina e pone sooto gli occhi del mondo la militarizzazione della Colombia.
Il sistema sanitario é investito da una pesante crisi che domostra che la salute non puó continuare ad essere considerato un servizio commerciale, ma un diritto da tenere fuori da logiche di mercato.
La disoccupazione raggiunge l’11,5% nelle principali cittá e il 14% nelle campagne. Nell’ultimo mese di ottobre si sono persi 517.000 posti di lavoro.
I settori impresariali avanzano proposte di una nuova riforma del codice di lavoro e flessibilitá salariale tendente a che il salario minimo non si incrementi piú del 3% per i lavoratori del paese, in questo modo sará impossibile vivere in condizioni dignitose.
Tutto questo mentre il governo Uribe si dedica alla privatizzazione delle imprese statali (comunicazioni, energia e petrolio), consegna alle trasnazionali le risorse naturali, privatizza i servizi pubblici, rovina la produzione agropecuaria con conseguente perdita di sovranitá alimentare, nega il diritto alla salute, sopprime i diritti sindacali e la contrattazione collettiva, stigmatizza e segnala quelle organizzazioni che continuano ad opporsi alla politica ufficiale, converte il paese in zona franca per le imprese straniere, paradiso per le multinazionali e inferno per popolo, operai e contadini.

No alla rielezione

Il negozio mafioso di Agro Ingreso Seguro consegnó piú di 35 miliardi di pesos ( 11,5 milioni di euro) a prestanome, latifondisti e regine di bellezza, permettendo a sua volta di finanziare la raccolta di firme per il referendum rielezionista. Questo dimostra la perversione e l’insolenza del governo illegale e illegittimo che rappresenta Alvaro Uribe Velez, che ruba i finanziamenti pubblici, trafica con la salute e l’educazione e lucra dai negoziati tra Stato de imprese private, crea nuove zone franche che favoriscono la famiglia presidenziale.
La consegna della nostra sovranitá nazionale all’imperialismo é un atto servile e riprovevole. La moltiplicazione delle basi USA per sette in Colombia é un atto antipatriottico da parte del Presidente lacché Alvaro Uribe Velez. La Sicurezza Democratica non solo é fallita, ma incrementa le situazioni di violazione dei diritti umani nel paese.
Lo smantellamento delle istituzioni pubbliche in beneficio di latifondisti e corporazioni private é una perdita che colpisce profondamente la popolazione rurale disarticolando tutte le possibilitá di riforma agraria e di democratizzazione della proprietá rurale nella nazione.
Si rende necessario unire le forze democratiche e rivoluzionari che permettano di disarticolare il potere di un regime mafioso, militarista e latifondista che utilizza la violenza per mantenersi al potere e continuare con il saccheggio e la consegna della ricchezza nazionale alle multinazionali.

Lavorare per l’accordo umanitario e la soluzione politica del conflitto armato

Il recente Incontro Nazionale per l’Accordo Umanitario e la Soluzione politica, svoltosi nella cittá di Cali i giorni 13,14 e 15 novembre, con la presenza di piú di 4000 persone, lascia vedere che le forze progressiste, democratiche e popolari non credono nella soluzione militare del conflitto come propone il governo uribista. Esistono grandi risserve democratiche che credono in una soluzione civile all’attuale conflitto armato e sociale che la Colombia vive.
É urgente continuare a lavorare nella ricerca di un accordo umanitario e di una soluzione politica del conflitto armato che permetta di porre fine alla guerra e alla crisi umanitaria che continua a generarsi nel territorio nazionale.
La lotta per la difesa dei diritti umani continua ad essere fondamentale insieme al rispetto del diritto internazionale umanitario.

Lotta contro il latifondo e per la riforma agraria radicale

Il latifondo continua ad essere il problema principale e storico che genera violenza e non permette lo sviluppo dell’economia contadina. La profonda riconcentrazione della proprietá della terra nel paese debe essere disarticolata, la nostra lotta contro il latifondo continua ad essere valida e ad essere il nostro centro d’azione per i prossimi anni.
Il progetto di legge contadina, presentato al Congresso della Repubblica debe essere recuperato e presentato pe via di una iniziativa popolare, trasformandolo nell’asse di una mobilitazione sociale e politica.
Il Mandato Nazionale Agrario é la proposta politica della classe contadina colombianaper per la cosatruzione di una politica pubblica che permetta di recuperare le istituzioni pubbliche, la difesa dell’economia contadina, la sovranitá alimentare e i diritti dei contadini.
É importante e necessario sviluppare il nostro lavoro di opposizione contro agronegozi, agrocombustibili su grande scala, trasnazionali che monopolizzano le sementi, gli alimenti e la vita. La nostra lotta é anche contro transgenico e brvetti su vita e biodiversitá.
Una nuova politica agraria debe restituire la terra nelle mani dei 4 milioni e mezzo di sfollati espropiati violentemente dalle bande criminali del paramilitarismo, banche usuraie e terrorismo di Stato.
La nostra lotta debe avanzare nell’esigenza della demilitarizzazione dei territori indigeni, contadini e afrodiscendenti. Contro i TLC, Banca Mondiale, FMI, OMC, le basi USA e altro.

Le donne e i giovani rurali

Il caratter misto di Fensuagro ha permesso la voncolazione di molte donne rurali nelle strutture di base. Abbiamo avanzato nella costruzione di una politica di donna rurale, decone di dirigenti che lavorano spalla a spalla con gli uomini nella ricerca del riconoscimento pieno dei loro diritti.
Con Via Campesina abbiamo iniziato una campagna contro la violenza sulle le donne.
Denunciamo l’incapacitá dell’attuale governo nel regolamentare la legge sulle donne rurali, che dopo un decennio continua a non essere attuata.
Le donne rurali continuano ad essere le vittime principali della violenza e delle violazioni dei diritti fondamentali. Molte donne continuano a non avere accesso all’educazione, alla sanitá, alla pensione e l’accesso alla terra continua ad essere marginale.
Piú di cento donne contadine sono imprigionate o in esilio.
I giovani rurali continuano ad essere una riserva per la guerra. Il programma “ Soldati contadini e giovani in azione” é solo un simbolo di come il regime di Sicurezza Democratica utilizza i giovani delle campagne colombiane.
Migliaia di giovani emigrano ogni anno dalle regioni rurali, cercando maggiori opportunitá nelle grandi cittá.
A 10 anni della legge sulla gioventú, i giovani continuano a cadere vittime del conflitto e del terrorismo di Stato.
I giovani continuano ad aspettare che lo Stato colombiano attraverso il governo firmi la convenzione Iberoamericana dei diritti dei giovani, che nel suo articolo 18 riconosce il diritto all’obiezione di coscenza al servizio militare obbligatorio.

Rafforzare il movimento contro il neoliberismo e per la difesa della sovranitá nazionale

Il rafforzamento del movimento sociale e politico antiliberista debe essere nell’agenda di tutte le organizzazioni affiliate a Fensuagro. La lotta contro il neoliberismo e l’attuale regime sanguinario, contro il latifondo deve essere l’asse centrale di articolazione con altri settori sociali, in modo da permettere di avanzare in un forte e dinamico processo di unitá.
Si pone all’ordine del giorno la resistenza sociale contro le basi USA nel territorio colombiano.
Sviluppare la massima solidarietá con i processi democratici in corso in Venezuela, Bolivia de Ecuador; rafforzando la nostra fratellanza denunciando le politiche provocatorie e controrivoluzioanrie dell’imperialismo.
Sviluppare iniziative di solidarietá e di lotta comune per la pace e la convivenza pacifica tra i popoli.
Continuare la nostra solidarietá con il popolo cubano, con i 5 prigionieri politici negli USA e per la difesa della Rivoluzione Cubana, patrimoni dell’America Latina e del Caribe.
Contrastare le problematiche generate dalla politica antidroga e il trattamneto di guerra attuato contro i coltivatori della foglia di coca, marihuana e papavero.
La politica sradicamento forzato continua a rendere necessaria una politica che soluzioni questa problemática sociale. In questo senso dobbiamo lavorare per un incontro al quale partecipini anche i coltivatori boliviani.
Il prossimo anno si celebrano 200 anni dalla prima emancipazione e indipendenza dall’impero spagnolo, fatto che ci debe permettere lo sviluppo di molteplici attivitá politiche dirette ad articolare una campagna contro il pagamneto del debito estero, per l’espulsione delle basi militari USA dal paese, il movimento contro il TLC e per la seconda emancipazione che permetta di costruire la Nuova Patria, indipendente e socialista.

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