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Colombia: nuovo attentato contro la Comunità di Pace di San Jose de Apartadò

4.11.08

Nuove violenze nella Comunità di Pace di San Josè de Apartado, in Colombia.

Durante il mese di ottobre la Comunità di Pace di San Josè de Apartadò ha denunciato numerose minacce ed intimidazioni da parte di militari e paramilitari che annuciano un prossimo massacro presso conto la comunità di pace. Sabato scorso, 1 di novembre, queste minacce si sono materializzate nel tentativo di assassinare il rappresentante legale della Comunità di Pace, JESUS EMILIO TUBERQUIA, che è stato in Italia nel 2005.

Alleghiamo il comunicato con il racconto dei fatti degli ultimi giorni inviato dalla Comunità di Pace.

Antecedenti:

ll 30 ottobre, verso le 11,00 del mattino, alcuni paramilitari che si trovavano a Nuova Antiochia hanno fermato tre persone, una della comunità “Playa Larga” e due della comunità “Esperanza”, intimando loro di recare un messaggio alla Comunità di Pace guerrigliera figlia di puttana. Gli abitanti della frazione “La Esperanza” dovevano spostarsi immediatamente se non volevano essere uccisi poiché i paramilitari avevano una lista di 6 persone da uccidere e, tra queste, alcune appartenevano proprio a questa comunità La Esperanza. Di conseguenza, era meglio che la comunità La Esperanza abbandonasse l’area e, per evitare di perpetrare una carneficina, i paramilitari hanno esortato le tre persone a recare un messaggio molto chiaro alla comunità. Dopodiché le hanno lasciate andare.

ll 28 e il 29 ottobre i militari sono rimasti per l’intera giornata nella comunità “Esperanza”, nelle case e nella scuola, impedendo ai bambini della comunità di seguire le lezioni e mettendo in grave pericolo la popolazione civile. Alla richiesta di abbandonare la scuola, i militari hanno risposto che la Comunità di Pace era un covo di guerriglieri c per questo motivo doveva essere sterminata.

Il 25 ottobre, alle 2,30 del pomeriggio, un membro della comunità è stato fermato da due uomini in borghese armati di armi corte. Dopo averlo fotografato, i due uomini hanno detto “guerrigliero, stai portando danno al nostro paese”; dopodiché si sono allontanati correndo e sono montati su un furgone verde privo di targa.

Il 20 ottobre sei membri della comunità sono stati censiti (tale azione è costituzionalmente illegale) da membri dell’esercito nella zona di Frasquillo del comune di “Tierra Alta”. I sei membri della comunità stavano andando a Naìn, una località della comunità dove si trovano 22 famiglie, nei pressi della frazione “La Resbaloza”. Lì si è svolto un incontro con la comunità e con la scuola alternativa ora in funzione. Le sei persone erano accompagnate dalla ONG svizzera “Cocina sin Fronteras”.

Tutti questi fatti dimostrano chiaramente la presenza di un piano concepito per generare terrore e sterminio ai danni della nostra comunità. A Nuova Antiochia i paramilitari sono coperti dalle forze dell’ordine: in questo modo essi sono liberi di circolare per le strade senza che le forze dell’ordine facciano nulla. All’inizio del 2005, militari e paramilitari hanno preannunciato che ci avrebbero sterminato e che avrebbero perpetrato un massacro. E così hanno fatto, uccidendo 8 perone. Oggi, di nuovo, gli stessi protagonisti della morte e del terrore ci preannunciano il nostro sterminio. Ciononostante, come abbiamo fatto tre anni fa, proseguiamo, più decisi che mai, nella nostra ricerca alternativa e, malgrado le azioni di sterminio di cui siamo vittime, non retrocederemo di fronte alla marcia della violenza poiché crediamo nella vita costruita attraverso azioni di pace concrete e quotidiane.

COMUNIDAD DE PAZ DE SAN JOSE DE APARTADO

La situazione dei diritti umani in Colombia è ogni giorno più critica per le organizzazioni sociali. Il movimento indigeno a livello nazionale è in agitazione per protestare contro lo sterminio perpetrato contro i loro popoli, le promesse mai realizzate da parte del governo e le leggi che privatizzano le risorse naturali strategiche per la vita. Una protesta legittima, che però è stata violentemente repressa da parte della Forza Pubblica.

I lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero hanno vissuto sempre in condizioni di semi schiavitù, obbligati a lavorare 12 ore al giorno in cambio di un salario irrisorio dal quale devono detrarre le spese mediche e per la previdenza sociale. Da più di un mese stanno portando avanti uno sciopero per il quale sono stigmatizzati, repressi ed incarcerati.

Per attivarti, vai sul sito http://www.thematrix.it/colombiavive/

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