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2.07.09
Nella disputa che esiste in Colombia per la terra, i contadini della regione del Sur de Bolivar, uniti nella Tavola per la vita degna, confermano il proprio compromesso con la difesa del territorio, la sua proprietà e lo sviluppo.
La Tavola per la vita degna, che è stata realizzata nel villaggio di Villanueva, municipio di San Pablo, dal 26 al 28 di giugno, è uno spazio di democrazia partecipativa dove i delegati delle Giunte di Azione Comunale che formano l’Associazione contadina della valle del fiume Cimitarra, si riuniscono periodicamente per concertare il tipo di sviluppo che aspirano per la propria regione: contadini e contadine coscienti dell’importanza di essere interlocutori prioritari nella definizione del futuro delle loro terre e delle loro vite. “Abbiamo una missione storica: difendere il nostro territorio”, così affermano i delegati delle comunità rurali.
Foto Prensa Rural
Nell’incontro, a cui parteciparono 16 villaggi e distinte organizzazioni nazionali e internazionali che accompagnano i processi organizzativi della regione, sono stati trattati 3 temi: Zona di Riserva Contadina, diritti umani e crisi umanitaria, coltivazioni di uso illecito e sostituzione.
I delegati contadini ricordano le tappe più importanti del processo organizzativo che li ha portati ad unirsi e formare una organizzazione contadina che difenda i loro interessi come abitanti della regione, come la marcia del ’96 e l’esodo contadino del ’98: azioni di fatto di massa che hanno consentito ottenere risultati importanti grazie all’interlocuzione con i governi di Samper e di Pastrana.
Tra tutti, spicca la creazione della Zona di Riserva Contadina, una figura giuridica resa possibile dalla legge 160 del 1994 che, attraverso la titolazione della terra e della realizzazione di un piano di sviluppo partecipativo realizzato dalle comunità locali, impedisce l’espansione del latifondo e promuove uno sviluppo degno rispettoso dell’ambiente, dell’economia e dell’organizzazione contadina.
Questa figura, attualmente sospesa per ordine del governo, è particolarmente importante in un paese come la Colombia che occupa il terzo posto nel mondo per il livello di concentrazione della terra e dove il livello di sovranità nazionale è decisamente basso, essendo una priorità del governo generare sviluppo attraverso l’ingresso di multinazionali ed investitori stranieri che, secondo il presidente Alvaro Uribe Velez, genererebbero possibilità occupazionali e, di conseguenza, una crescita nello standard di vita dei colombiani di scarse risorse, così come descritto nella formula neoliberista della trickle down economy: in una piramide di bicchieri dove l’acqua cade dall’alto, questa traboccherebbe in tutti i bicchieri di livello più basso fino a riempirli tutti.
La realtà è molto differente in Colombia e nel mondo. L’ingresso delle multinazionali e dei grandi investitori stranieri non ha rappresentato nessuno sviluppo per le comunità del Sur de Bolivar; ha invece coinciso con l’aumento del livello di violenza sulla popolazione, la repressione armata e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. La repressione si è manifestata in due forme: da un lato l’utilizzo della forza da parte della forza Militare e paramilitare che terrorizza e colpisce la popolazione civile e, dall’altro, attraverso la legge che, con il Codice Minerario, la ley de informantes e programmi come Familias en acciòn e Guardabosques pretende frenare lo sviluppo rurale coinvolgendo direttamente la popolazione civile nel conflitto armato.
Queste due forme di repressione, attuate dal governo in maniera contemporanea, mirano a sfollare i contadini dalle loro fattorie, con l’obiettivo di lasciare le zone rurali terra libera per l’ingresso dell multinazionali.
La crisi umanitaria generata a causa della violenza istituzionalizzata al servizio di questo tipo di modello economico, è stata storicamente acuta nel Sur de Bolivar e in tutto il Magdalena Medio, laboratorio di implementazione della strategia paramilitare, progressivamente esteso ad altre regioni del paese. Le costanti denuncie raccontano di sistematiche violazioni ai diritti umani, feriti e morti a causa del conflitto armato ed una violenza generalizzata nella zona rurale, dove la popolazione civile vive con paura e timore per la propria vita. Solo durante il mese di maggio, sono stati 17 i morti per la violenza nel municipio di San Pablo, secondo dati della Vicepresidenza della Repubblica.
In questo contesto di violazione dei diritti umani e assenza statale, si somma una crisi economica resa piú acuta dalle fumigazioni che, nel mese di marzo, hanno distrutto le coltivazioni dei contadini. Con il pretesto di eliminare le coltivazioni di uso illecito, il governo colombiano ricorre alle aspersioni aeree di glifosato che, in maniera indiscriminata, cancellano le coltivazioni di alimenti della popolazione civile. Nel Sur de Bolivar c’è presenza, da tre decadi, di coltivazioni di coca che, a causa della difficile commercializzazione di altri prodotti e a causa del pessimo stato dell’infrastruttura viaria, si convertono nel principale mezzo di sostento della popolazione locale.
Attraverso delle fumigazioni aeree, misura coercitiva attuata dal governo nazionale a partire dall’anno 1976 e finanziata a partire dal 1999 con risorse del Plan Colombia, il governo pretende ottenere due risultati: distruggere le coltivazioni di uso illecito e mettere fine alla lotta insorgente che, secondo il governo, utilizza la coca come principale mezzo di finanziamento. I tentativi governativi hanno avuto, fin ad ora, scarsi risultati perché le guerriglie, che nacquero molto prima del boom della coca, continuano nella lotta armata e le coltivazioni di uso illecito, lungi dallo scomparire, continuano ad esistere in Colombia generando un’economia sommersa di cui ampli settori si beneficiano abbondantemente. La preoccupazione piú grande viene dalla clausola contenuta nella Strategia di rafforzamento della democrazia e lo sviluppo sociale 2007-2013 (EFDDS) meglio conosciuta come fase II del Plan Colombia, secondo cui se nel 2013 non sarà stato distrutto il 50% delle coltivazioni di uso illecito, il governo colombiano potrà richieder l’ingresso diretto delle forze nord americane nel territorio colombiano per occuparsi direttamente della questione, risaltando maggiormente la mancanza di sovranità nazionale che esiste in Colombia.
La proposta dei contadini del Sur de Bolivar e di molte altre regioni è la stessa da anni: la sostituzione concertata delle coltivazioni di uso illecito in cambio di alternative di sostento degno per la popolazione civile e investimenti sociali nelle zone marginate. Ma la risposta statale è sempre stata la stessa, annunciata dal rumore degli elicotteri e degli aerei che portano distruzione e disperazione.
Nonostante questo panorama desolante, non è stato possibile fermare la resistenza civile che le comunità contadine portano avanti da decenni: come nel racconto di Swift, i piccoli lillipuziani si uniscono contro il grande nemico che sembra invincibile. Oggi, piú che mai, la popolazione rurale ribadisce l’importanza di difendere il proprio territorio e il proprio diritto come gente sovrana nella propria terra e non sono disposti ad accettare il piano funesto che il governo tiene preparato per loro.