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6.10.08
La familia spiega a IPO di essere stata segnalata come “terrorista” a causa della presenza nella casa di libri riguardanti i diritti umani
Di Océane Auriol y Gudrun Pedersen
IL 6 settembre, una truppa del Esercito Nazionale incendió una casa nella regione del Catatumbo, segnalando su funzionamento come un laboratorio di coca e accusando i proprietari di essere vinculati con le FARC. Come accompagnati e osservatori di IPO, siamo stati a comprovare i fatti. Ci siamo mossi trasportati da muli da San Juancito a Costa Rica, guidati dalla Asociación Campesina del Catatumbo. Ci fermammo in una tenuta a dieci minuti di distanza dalla casa bruciata, e Freimer Rozo, il padrone di casa, svuotó una borsa per terra: “Questi sono i vestiti delle bimbe che siamo riusciti a tirar fuori dalla casa.” Pantaloni e magliette di piccola taglia, resi inutilizzabili dalle fiamme.
Erano le 11:30 nella vereda Costa Rica, vicino a San Juancito nel municipio di Teorama, Norte de Santander. Freimar Rozo raccontò che lui e la sposa Yari Galván, che è membro dei ASCAMCAT, stavano tornando con le due figlie alla tenuta. Erano stati nella città provincia Ocaña perchè le ragazze non stavano bene di salute. A dieci minuti dalla tenuta, un contingente di soldati della Brigata Mobile N.15 li fermarono, non gli lasciarono passare: “Bruceremo la vostra casa”, disse il capo Gutiérrez.
Avevano comprato la casa e il generatore di corrente da solo quattro mesi. Era un bel posto con una incredibile vista sulle montagne. Là in cima sarebbero andati a vivere. Tranquilli aspettarono: “Per favore, non abbiamo nulla di illegale nella casa. Solamente ci sono i vestiti, le cose della cucina e la benzina. Se trovate qualcosa di illegale in casa, portatelo fuori e bruciatelo.” Freimar Rozo disse che non aveva alcun ordine di captura ne documento.
Inizió a uscire fumo dall’alto, dove stava la casa, poi videro le fiamme: “Per favore, lasciateci passare.” Era quasi mezzogiorno, non gli lasciarono passare fino a mezzora dopo, quando ormai era troppo tardi. Yari Galván riuscì a portare fuori, bruciandosi nel tentativo, solamente i vestiti delle bimbe che ci mostró.
Seguimmo il cammino fino alla casa, al nostro arrivo, potemmo comprovare che la casa era stata totalmente bruciata. Non rimase nulla degli oggetti personali della familia, solo potemmo osservare ció che rimaneva degli oggetti bruciati. Freimar ci guidó nel suo patrimonio bruciato, reso nero dalle fiamme.
Ci spiegó com’era la casa: “Questa era la cucina, guarda, hanno bruciato anche le banane e la panela, tutto.” Erano poche le cose che si potevano riconoscere tra la cenere. Ciò che più aveva resistito alle fiamme era la televisione e altri apparecchi elettronici.
Freimar ci raccontò che l’esercito aveva bruciato i libri di diritti umani di sua moglie Yari: libri delle organizzazioni Humanidad Vigente e del Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo. Entrambi sono importanti e rispettati defensori di diritti umani a livello nazionale. Yari aveva ottenuto i libri da seminari sui diritti umani organizzati da ASCAMCAT.
Secondo Freimar, il capitano Navarro aveva dedotto dalla presenza di questi libri che la sua famiglia aveva relazioni con la gueriglia. Gli avevano inoltre accusati di nascondere guerriglieri e di che la loro casa fosse un covo della guerriglia. In più, Freimar ci disse che l’esercito voleva far credere che la loro casa fosse un laboratorio di cocaina. Per questo, avevano riunito i vestiti in un altro posto con foglie di coca in cima e lo avevano bruciato. Il giorno dopo uscì la notizia alla radio regionale dell’esercito che avevano bruciato un laboratorio di droga in Costa Rica.
In qualità di osservatori internazionali siamo preoccupati per questa stigmatizzazione, e per la logica della criminalizzazione che consiste nell’etichettare defensori dei diritti umani come terroristi e narcotrafficanti. In più, siamo molto allarmati per il non rispetto alla libertà: bruciare libri e criminalizzare il lavoro di organizzazioni campesine e di avvocati che lavorano con essi, è un atto grave contro la libertà di pensiero, espressione e associazione: contro i Diritti Umani stessi.
Freimar Rozo e Yari Galaván denunciano il fatto, e ASCAMCAT appoggia questo procedimento. Adesso Freimar, Yari e le sue figlie son desplazados, e dipendono dalla solidarietà della familia e della comunità.