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18 agosto 2008
Un altro sindacalista ucciso in Colombia. Freddato da 17 spari Luis Mayusa Prada sindacalista della CUT e dirigente locale del Partito Comunista Colombiano. E giá sono una trentina i sindacalisti uccisi quest’anno, che si aggiungono ai 37 del 2007. Le associazioni locali di difesa dei diritti umani accusano il Governo.
Alessandro Bonafede
IPO – International Peace Observatory
Nell’indifferenza della stampa occidentale in Colombia si sta consumando un vero e proprio genocidio politico, che ha come obiettivo prediletto i sindacati. La mattina dell’8 agosto e’ stato ucciso a colpi di arma da fuoco Luis Mayusa Prada, dirigente del Partito Comunista Colombiano e sindacalista della CUT – Central Unitaria de los Trabajadores.
L’omicidio e’ avvenuto a opera di ignoti nella citta’ di Saravena, nella regione petrolifera di Arauca, storicamente una tra le più martoriate dalla violenza politica. Luis Mayusa aveva 46 anni ed era padre di quattro bambini. Secondo quanto informa la famiglia era uscito di casa per accompagnare i figli a una visita medica. Al ritorno a pochi passi dalla sua abitazione e’ stato raggiunto da vari proiettili sparati da ignoti.
L’associazione per la difesa di Diritti Umani Reiniciar in un comunicato denuncia l’accaduto e ricorda come “la sua militanza nella opposizione politica provocò a lui e alla sua famiglia la costante persecuzione da parte degli organismi di intelligenza dello Stato, la forza pubblica e i gruppi paramilitari.”
La vita di Luis Mayusa è stata un drammatico e coraggioso esempio della persecuzione sistematica a cui sono soggetti in Colombia i sindacati e i partiti politici di sinistra. Era un militante e sopravvivente della Unión Patriótica, partito politico che sul finire degli anni 80 venne letteralmente sterminato dai gruppi paramilitari. Come sindacalista lavoró nelle fila della CUT Central Unitaria de Trabajadores de Colombia nella regione meridionale del Meta, da cui dovette allontanarsi in seguito alle continue minacce. Aveva giá subito altri due attentati sia nel Meta che in Aruca. La continua persecuzione di cui era oggetto lo aveva anche obbligato a fuggire varie volte dal paese, secondo quanto informa Reiniciar.
Il suo caso era stato portato all’attenzione della Commissione Interamericana dei Diritti Umani, nell’ambito della domanda impulsata contro lo Stato Colombiano per le sue responsabilitá nel genocidio della Unión Patriótica, nelle fila della quale Luis Mayusa si era candidato varie volte a consigliere municipale. La Unión Patriótica nacque in seguito a un processo di pace tra FARC e il governo del conservatore Belisario Betancour. Molti attivisti politici che erano entrati nelle FARC per sfuggire agli assassinati politici abbandonarono la lotta armata, e entrarono nella UP, convinti che fosse finito il ciclo di violenza politica che li aveva costretti alla clandestinitá e che ci fossero le condizioni per ritornare a fare politica a viso aperto nella societá civile. Ma cosí non era e quando la Union Patriotica inizió a ottenere rilevanti successi elettorati, venne fermata a colpi di arma da fuoco. Piú di 4000 omicidi tra cui 2 candidati presidenziali, 21 parlamentari, 11 sindaci, 70 consiglieri e migliaia di militanti e semplici simpatizzanti.
La Corporazione Reiniciar nel suo comunicato accusa direttamente lo Stato colombiano: “esigiamo al Governo Nazionale che interrompa la persecuzione e la morte dei sopravviventi del genocidio contro la UP”. E aggiunge “non é ragionevole pensare che Luis Mayusa sia stato assassinato in Saravena (Arauca), municipio assolutamente controllato dalla forza pubblica, senza che questa abbia potuto evitare la sua morte”.
L’omicidio infatti é avvenuto proprio in una regione, Arauca, che segna il record quanto a militarizzazione: tra polizia ed esercito si conta un membro della forza pubblica ogni sette abitanti. Una forza militare dispiegata dal governo Uribe per proteggere le installazioni petrolifere e gli oleodotti. Ma che non riesce a proteggere la vita della popolazione e i diritti civili e politici a quanto sembra: nelle prime due settimane di agosto solo in Saravena sono state uccise altre 6 persone oltre a Luis Mayusa. Mentre nella cittá si moltiplicano graffiti con scritte come “Arrivano le AUC” (paramiltari delle Autodifese Unite di Colombia).
“Sono eventi che fanno ricordare il passato recente quando sicari, che agivano a nome dei paramilitari e che si muovevano tra i cordoni di sicurezza della Polizia Nazionale, assassinarono un gran numero di persone”, commenta in un comunicato la Fondazione Joel Sierra. “Un crimine orrendo comesso alla luce del sole e davanti agli occhi di una cittá addormentata e idiotizzata che non ha voluto ascoltare i 17 spari contro Mayusa”, accusa il Partito Comunista Colombiano.
Secondo la CUT giá sono una trentina i sindacalisti uccisi quest’anno, la quale denuncia che dalla sua creazione nel 1986, sono stati uccisi circa 2.600 attivisti, con il 97% degli omicidi che rimangono impuni.