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Detenzionzioni indiscriminate in Arauca

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9.04.06

Lúis Arnulfo Quiroga ha 28 anni. È presidente della Giunta d’Azione Comunale della frazione La Esperanza e lunedí è stato detenuto dalla polizia di Tame. Capo d’accusa: ribellione.
La sua storia è simile a quella di tanti altri, qui in Colombia, talmente comune da passare nel completo silenzio. Ma non possiamo fingere che lui e tutti quelli che sono nella stessa situazione non esistano.

Luís è uno dei membri di ACA (Asociación Campesina de Arauca), associazione contadina che cerca di tutelare i diritti dei contadini attraverso l’organizzazione sociale di base. Lunedí 27 marzo si trovava a Tame, dove stava chiedendo al comune di garantire l’educazione dei bambini di La Esperanza, dove non ci sono maestri da mesi. Nella piazza del paese saluta un conoscente, il quale fa una breve telefonata e scompare. Poco dopo due agenti della polizia fermano Luís e gli chiedono di accompagnarlo alla sazione, dove viene detenuto per accertamenti.

Tre giorni dopo gli viene imputata l’accusa di ribellione, ossia di essere un guerrigliero. Luís non aveva ordine di cattura e l’investigazione che lo incrimina è stata aperta lo stesso giorno della detenzione. Sempre dello stesso giorno, senza che l’ora sia presente nei verbali, sono le dichiarazioni dei due testimoni secondo cui Luís è il capo di una cellula delle FARC.
Il giorno dopo il suo arresto, riceve una visita nella cella: quella del colonnello Arturo Herrera del battaglione Navas Pardo, Brigata Mobile 5ª. Il colonnello, secondo cuanto Luís ha affermato davanti al fiscale di Tame, gli ha offerto 200 mila pesos (circa 80 euro) per ogni persona che avesse segnalato, con la possibilitá di arrivare fino a 500 mila. Del resto, gli ha detto il colonnello, anche lui era stato arrestato nello stesso modo.

Storie come questa fanno rabbrividire. Uno di mattina sta trattando col sindaco per avere un maestro nel villaggio e di pomeriggio si trova in carcere accuasto di essere un capo guerrigliero. Roba dell’altro mondo. E l’altro mondo in questo caso si chiama Arauca.

L’Arauca è una regione dove il movimento sociale è estremamente forte e, come in altre parti del paese, questa forza corrisponde ad un elevato livello di repressione. La radicata presenza delle guerriglie (FARC e ELN), in lotta tra loro per il controllo del territorio, non è stata affatto intaccata dalla presenza massiva delle forze armate. E queste, non riuscendo vincere il nemico, strumentalizzano la lotta alla guerriglia per reprimere le organizzazioni della societá civile.
Organizzazioni come la ACA, che difendono il diritto alla terra da parte dei contadini, rappresentano un ostacolo per la realizzazione di progetti economici, soprattutto quando sotto quella terra scorrono fiumi di petrolio.
E purtroppo, ancora una volta, tra tutti questi giochi di potere i perdenti sono sempre gli stessi.

In Arauca si sta aprendo uno scenario di repressione contro il movimento sociale davvero preoccupante. Tutti i segnali fanno presupporre l’arrivo della bufera, che si manifesta con incriminazioni, detenzioni di massa e stigmatizzazione contro leader comunitari e difensori dei diritti umani. Non abbandoniamo Luís Arnulfo, tutti quelli come lui e tutta questa regione, perché Arauca existe, insiste e resiste.

International Peace Observatory

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