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La commistione con i paramilitari coinvolge tutte le sfere del potere In Colombia

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12.04.07

Un mandato internazionale contro tre cittadini israeliani è scattato dal comando generale dell’Interpol, che ha sede a Lione. Nel mirino Yair Klein, Melik Ferry e Tzedaka Abraham. L’accusa è di aver addestrato, negli anni Novanta, un numero imprecisato di contadini e di averli trasformati in paramilitari di ultra destra, pronti a uccidere.

Addestramento di un plotone paramilitare in ColombiaL’accusa. A richiederlo è stato il Tribunale superiore di Manizales. L’indagine verte su svariati contratti che l’ormai dissolto Cartello di Medellín, capeggiato dal famigerato narcotrafficante Pablo Escobar, ha fatto sottoscrivere a militari ed ex militari stranieri, ingaggiati come mercenari al soldo degli squadroni illegali, formati per gestire il narcotraffico e combattere la guerriglia di sinistra, attiva in Colombia dagli anni Sessanta. In particolare si fa riferimento all’Autodifesa Unita della Colombia, il gruppo di ultradestra più organizzato e numeroso del Paese, che è accusato di omicidi, eccidi, soprusi e sfollamenti forzati.

L’ammissione. Un’accusa che almeno uno dei ricercati non ha negato. Yair Klein, ex tenente colonnello dell’esercito israeliano, pur avendo negato di aver lavorato con i cartelli della droga, ha ammesso di aver allenato squadroni estremisti reazionari per lottare contro le Forze armate rivoluzionarie della Colombia e contro l’Esercito di liberazione nazionale. Un’ammissione fatta davanti ai microfoni del network Caracol, che l’ex militare israeliano già condannato a Tel Aviv per aver venduto armi a gruppi illegali colombiani, conclude precisando: “Non sono stati addestrati per uccidere, solo per difendersi”.

Giovane paramilitare colombianoChi sono i paramilitari. Nonostante i suoi membri siano per la maggior parte entrati nel programma di smobilitazione previsto dalla legge Giustizia e Pace voluta dal presidente Alvaro Uribe, l’Autodifesa Unita della Colombia è ancora viva e vegeta e continua a imperare vivendo di luce propria, ben oltre qualsiasi Cartello del narcotraffico, oltre qualsiasi capo mafioso. L’Auc è diventata una piovra gigante i cui tentacoli tutto toccano. Nessuno dei tre poteri ne è immune. Il paramilitarismo è entrato nel legislativo, nell’esecutivo e nel giudiziario, manovrando leggi, decisioni e sentenze. È degli ultimi mesi lo scandalo della “para-politica”, che ha riempito le carceri di parlamentari, amministratori e agenti segreti collusi con i paras, e che ha portato alla luce i nomi delle multinazionali costrette a riconoscere di aver finanziato i gruppi illegali. Un marasma di scandali che sta portando gli indici della finora incrollabile fiducia dei colombiani nel governo ai minimi storici.

Paramilitare delle Auc sugli attenti durante un’esercitazionePunta dell’iceberg. Sono sei i parlamentari della maggioranza finiti dietro le sbarre per reati quali creazione di gruppi paramilitari, narcotraffico e omicidio, e a far loro compagnia Jorge Noguera, ex direttore del Das (la polizia segreta alle dirette dipendenze della presidenza della Repubblica) nonché ex console di Milano. Accusato di essere il mandante dell’omicidio di numerosi attivisti sociali, di aver escogitato una frode elettorale (quando era direttore regionale della prima campagna presidenziale del presidente), di aver riciclato denaro proveniente dal narcotraffic, e di mantenere costanti rapporti con alcuni dei capi paramilitari più influenti della costa Caraibica. Noguera è già costato caro al presidente Uribe: “ metterei la mano sul fuoco per lui” aveva dichiarato a novembre difendendolo a spada tratta. È di ieri, invece, la notizia di sei sindaci di una regione petrolifera e di allevatori arrestati perché avevano favorito in ogni modo capi paras.
Ma tutto questo sembra ancora solamente la punta dell’iceberg e nuovi indagati si aggiungono alla lista quotidianamente.

Simone Bruno
Stella Spinelli

fonte: Peacereporter 6/04/2007
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=2&ida=&idt=&idart=7721

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