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12.04.08
cura di Marzia Coronati •
Amisnet
11 Aprile 2008
Otto morti in un mese. E’ il tragico bilancio dell’ondata di violenze che si è scatenata in Colombia dopo una manifestazione contro il paramilitarismo. I sicari delle Aguilas Negras continuano a spargere sangue, nel silenzio dei media, terrorizzati dalle frequenti minacce. Intanto sul tavolo del Parlamento Europeo arriva un appello firmato da 26 deputati, mentre in Italia si presenta un libro sullo stato dell’informazione nella nazione andina.
Sono in grave pericolo gli attivisti che il 6 marzo scorso hanno manifestato per le strade di Bogotà per dire basta alle violenze dei paramilitari. L’Alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu ha denunciato già la morte di otto persone, due sequestri e oltre 40 minacce a sindacalisti, dirigenti politici e difensori dei diritti umani. Dietro a questi crimini, la firma delle Aguilas Negras, la nuova formazione paramilitare colombiana.
“La manifestazione del 6 marzo è servita a controbilanciare un corteo che c’era stato qualche settimana prima.Quella manifestazione era stata organizzata dal governo, ed aveva l’obiettivo di additare come unici colpevoli delle violenze in Colombia i guerriglieri delle Farc”, spiega Guido Piccoli, giornalista. La prima manifestazione è stata coperta dai media colombiani molto di più rispetto alla seconda, e dei crimini commessi dai sicari della Aguilas Negras se ne parla molto poco.Ma questa non è una novità. Le minacce ai giornalisti sono ormai all’ordine del giorno. “Dal 1997 sono stati più di 120 i giornalisti uccisi, e seppure negli ultimi tempi la situazione sia leggermente migliorata, la libertà di stampa e di espressione nel Paese rimane sotto minaccia costante” denunciano ISF, Information Safety and Freedom, e l’osservatorio Informativo Selvas, che hanno collaborato insieme alla stesura di “Sotto pressione. Il giornalismo in Colombia prigoniero di guerriglia, narcotraffico, paramilitari e Governo”, un libro sullo stato dei media nella nazione andina. L’opera offre una raccolta di testimonianze, interventi e interviste, anche a carattere esclusivo, di professionisti dell’informazione colombiani. “Molti di loro ci hanno raccontato di essere stati costretti ad autoesiliarsi, incalzati dalle minacce che ricevevano anche dal governo colombiano”, racconta Martines Iglesias, di Selvas.org.
La gravità dei fatti di questo ultimo mese, che conduce centinaia di migliaia di persone in Colombia a vivere nel terrore, ha spinto 26 eurodeputati a scrivere al presidente colombiano Alvaro Uribe, chiedendogli di utilizzare tutti i mezzi previsti dalla Costituzione e dalle leggi per indagare e sanzionare i responsabili. A stimolare i deputati del Parlamento Europeo a inviare la lettera a Uribe, un appello urgente in difesa dei diritti umani in Colombia lanciato da giornalisti e politici. Per leggere l’appello clicca qui.
Il volume “Sotto pressione” sarà presentato il 13 aprile a Perugia, durante il festival internazionale del giornalismo.