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14.06.07
Fin dagli anni sessanta l’Unione Euro-
pea ha stabilito forti legami con l’Ameri-
ca Latina e i Caraibi, che nel corso del
tempo sono andati rafforzandosi. Nel-
l’ambito delle relazioni a livello bi-regio-
nale, l’Unione ha sviluppato una serie di
dialoghi specializzati con aree regionali
(il Mercosur, la Comunità Andina e il
Centro America) e con singoli Paesi
(Messico e Cile). L’Unione Europea è un
partner economico e politico importan-
te per l’America Latina: è la principale
fonte di investimenti esteri e aiuti allo
sviluppo nella regione ed è il secondo
più importante partner commerciale.
Il dialogo bi-regionale ha subito una
svolta decisiva in occasione del I Verti-
ce dei Capi di Stato e di Governo dell’A-
merica Latina e dei Caraibi e dell’Unio-
ne Europea che si tenne a Rio de Janei-
ro il 28 giugno 1999 (Vertice di Rio). Il
Vertice di Rio diede inizio alla costru-
zione dell’associazione strategica bi-
regionale e definì alcuni obiettivi e
principi comuni, tra cui l’universalità
dei diritti umani, la necessità di inverti-
re il processo di degrado ambientale e
promuovere lo sviluppo sostenibile.
L’associazione bi-regionale si fonda su
tre dimensioni: un dialogo politico più
ampio; relazioni economiche e finanzia-
rie migliori fondate sulla liberalizzazio-
ne completa e bilanciata degli scambi
commerciali e dei flussi finanziari; una
cooperazione più dinamica nei settori
chiave, specialmente l’istruzione, il set-
tore sociale e la cultura, e nello svilup-
po scientifico e tecnologico.
Al Vertice di Rio è stata definita la
visionper l’associazione bi-regionale,
che si sta configurando come un’asso-
ciazione strategica bi-regionale a più
velocità. Infatti, nella regione vi sono
trentatre Paesi con caratteristiche
molto diverse in termini di sviluppo
politico, economico e sociale, e i tempi
e le modalità dell’associazione saranno
diversi a seconda dei Paesi o aree regio-
nali. A Rio è stata annunciata la conclu-
sione dell’Accordo di partenariato con
il Messico, che include l’area di libero
scambio, e l’inizio dei negoziati con il
Mercosur e il Cile. La Dichiarazione
Congiunta e il Piano d’Azione concorda-
ti tra le parti alla fine del Vertice di Rio
indicavano 55 priorità, un elenco troppo
vasto che avrebbe portato facilmente
alla paralisi del processo. Tra queste, in
una successiva riunione a Tuusula un
gruppo di rappresentanti europei e lati-
noamericani hanno selezionato le 11
priorità chiave (si veda riquadro).
PRIORITÀ DI RIO PER L’AZIONE IMMEDIATA (TUUSULA)
1. Rafforzare ed ampliare la cooperazione nei fori internazionali
2. Promuovere e proteggere i diritti umani
3. Condizione femminile – adottare iniziative in relazione alle priorità
individuate nella Dichiarazione di Beijing
4. Migliorare i programmi di cooperazione nell’area dei disastri ambientali
e naturali
5. Droghe – realizzare il Panama Global Action Plan
6. Formulare proposte per la cooperazione bi-regionale volte a realizzare
meccanismi per promuovere un sistema globale economico e finanziario
stabile e dinamico, rafforzando i sistemi finanziari nazionali e creando
specifici programmi per aiutare i Paesi economicamente meno sviluppati
7. Promuovere il commercio
8. Aiutare la cooperazione bi-regionale sia nei campi dell’istruzione e degli
studi universitari che nella ricerca e nuove tecnologie
9. Favorire la realizzazione di fori culturali Ue- America Latina e Caraibi
10. Realizzare un’iniziativa comune nell’ambito della società dell’informazione
11. Sostenere l’attività di ricerca, gli studi post-laurea e la formazione sui processi d’integrazione.
Dopo il Vertice di Rio sembrava che le
relazioni tra l’Unione Europea e l’Ame-
rica latina si fossero seriamente incam-
minate verso un progetto di relazione
bi-regionale di portata paragonabile a
quello dell’Area di Libero Scambio
delle Americhe (Free Trade Area of the
Americas, Ftaa) e anzi di natura più
interessante di una semplice area di
libero scambio. In seguito, però, la
Commissione europea non è stata in
grado di mettere in luce la forza del
proprio progetto d’associazione bi-
regionale e presto la maggiore articola-
zione di quest’ultimo apparve come una
pericolosa complessità, soprattutto se
paragonata alla semplicità dell’obietti-
vo della Ftaa. La strategia nordamerica-
na si fonda sull’idea che la liberalizza-
zione commerciale favorisca la crescita
economica e che quest’ultima riduca la
povertà. Il modello di relazione bi-regio-
nale proposto dall’Unione Europea è
invece basato sulla consapevolezza che
per ottenere gli effetti positivi in termi-
ni di crescita economica e sviluppo
sociale sia importante accompagnare la
liberalizzazione commerciale con inter-
venti di cooperazione per il rafforza-
mento del settore produttivo e delle isti-
tuzioni, e per la lotta all’esclusione
sociale. Inoltre, all’interno di una vision
unificata (rafforzamento della democra-
zia, liberalizzazione commerciale e coo-
perazione) vengono differenziate le
strategie per tenere in considerazione le
differenze tra i Paesi latinoamericani.
Purtroppo il nuovo contesto internazio-
nale dopo gli attachi terroristici dell’11
settembre 2001 e lo sforzo richiesto
all’Unione Europea per preparare il suo
allargamento ad altri 10 Paesi hanno
distolto interesse e risorse dal progetto
di associazione bi-regionale con l’Ame-
rica Latina. Al centro dell’agenda del
secondo Vertice, che si tenne a Madrid
nel maggio 2002, ci furono soprattutto
temi legati alla sicurezza, in particolare
la lotta al terrorismo e al narcotraffico,
e all’immigrazione. Fu annunciata la
conclusione dell’Accordo di Partenaria-
to con il Cile, compresa l’area di libero
scambio, e l’inizio dei lavori per nuovi
accordi di dialogo politico e cooperazio-
ne con la Comunità Andina e con il
Centroamerica. La Comunità Andina e
il Mercato Comune Centro Americano
(Mcca), insieme al Mercosur, rappre-
sentano i tre principali processi di inte-
grazione in America latina.
L’Unione Europea promuove il dialogo
con i gruppi regionali, perchè ritiene
che l’integrazione regionale sia un vei-
colo per migliorare la comprensione
reciproca tra Paesi vicini e che faciliti il
multilateralismo nel lungo periodo.
Anche su questo punto l’approccio ame-
ricano è diverso: gli Stati Uniti dimo-
strano uno scarso entusiasmo per gli
accordi sub-regionali tra Paesi sudame-
ricani, che emerge anche dal desiderio
americano di negoziare la liberalizza-
zione commerciale con i singoli membri
di un accordo e non con tutti i Paesi
congiuntamente. Negli ultimi mesi ad
esempio, viste le difficoltà nei negoziati
per la Ftaa, gli Stati Uniti hanno deciso
di negoziare bilateralmente accordi di
libero scambio con alcuni membri della
Comunità Andina, rendendo più debole
la capacità negoziale della controparte
e minando lo stesso processo d’integra-
zione andino. Oltre alla cooperazione
economica per offrire assistenza all’in-
tegrazione regionale ed aumentare la
competitvità internazionale delle azien-
de latinoamericane, l’Unione Europea
ha anche adottato una serie di pro-
grammi decentralizzati di cooperazione
orizzontale (si veda riquadro).
PROGRAMMI EUROPEI DI COOPERAZIONE ORIZZONTALE
CON L’AMERICA LATINA
AL-INVEST: fornisce aiuto alle piccole e medie imprese europee che inten-
dono investire in America Latina
ALFA: promuove la cooperazione tra università
URB-AL: favorisce i legami diretti e duraturi tra città
ALURE: incoraggia un uso più razionale dell’energia
@LIS: promuove la cooperazione nel settore delle tecnologie
dell’informazione
ALBAN: offre borse di studio post-laurea a studenti latinoamericani
ATLAS: incoraggia la cooperazione economica bi-regionale attraverso
un network di Camere di Commercio e Industria
Dopo cinque anni dall’inizio della
costruzione progressiva dell’Associazio-
ne strategica, il III Vertice dei Capi di
Stato e di Governo dell’America Latina
e dei Caraibi e dell’Unione Europea
(Guadalajara, Messico, 28 maggio 2004),
che riunisce per la prima volta 58 Paesi
(33 latinoamericani e 25 europei), è
l’occasione per valutare la strada per-
corsa e definire i passi futuri. Durante i
lavori preparatori del Vertice di Guada-
lajara sono stati identificati i due temi
principali di discussione: la coesione
sociale e l’integrazione regionale.
Nella Social Policy Agenda dell’Unione,
la coesione sociale è definita come l’o-
biettivo di prevenire ed eliminare la
povertà e l’esclusione e di promuovere
l’integrazione e la partecipazione di
tutti nella vita economica e sociale. Alla
conferenza ministeriale Ue-Gruppo di
Rio del marzo 2003, il Commissario
europeo Patten spiegò le ragioni di que-
sta priorità: “In termini morali, la mise-
ria e l’esclusione sono contrarie ai valo-
ri fondamentali della dignità umana e
dei diritti umani. Economicamente, la
disuguaglianza sociale impedisce che
parte della società contribuisca alla
crescita attraverso il consumo, il rispar-
mio e l’investimento….Infine, politica-
mente la disuguaglianza e l’esclusione
indeboliscono la democrazia e minac-
ciano la pace e la stabilità”. Il tema
della coesione sociale è sicuramente
centrale in America Latina, come in
Europa. Secondo la Cepal, in America
latina 227 milioni di persone vivono in
povertà, circa il 45% della popolazione
totale. L’esperienza latinoamericana
degli anni novanta ha mostrato che la
crescita economica non porta necessa-
riamente a una riduzione della povertà,
ma che bisogna adottare misure specifi-
che per distribuirne più equamente i
benefici. Anche la democrazia senza
inclusione e partecipazione non è vera
democrazia, bisogna creare le condizio-
ni per una democrazia rappresentativa
e partecipativa.
La Commissione europea ha sempre
appoggiato l’integrazione regionale in
America Latina, sia per gli effetti positivi
attesi in termini economici, sia come fat-
tore di stabilità politica regionale. Inol-
tre, è nell’interesse europeo avere un
partner più forte e più influente a livello
globale. Per continuare in modo costrut-
tivo il dialogo tra l’Unione Europea e gli
accordi regionali (Mercosur, Comunità
Andina e Centro America), questi ultimi
dovrebbero essere delle unioni doganali
effettive e più istituzionalizzate. E’
indubbio che in America latina sia anco-
ra tanta la strada da percorrere verso
un’integrazione più profonda e che l’Eu-
ropa possa giocare un ruolo di supporto
importante, ma è importante che non
diventi un pretesto per ritardare la libe-
ralizzazione commerciale.
Il Vertice di Guadalajara dovrebbe esse-
re l’occasione per riaffermare il modello
europeo di relazione con l’America Lati-
na, fondato sul nesso tra dialogo politi-
co, liberalizzazione commerciale e coo-
perazione. All’interno di questa visione,
la negoziazione di accordi con gruppi
regionali o singoli Paesi rappresenta un
avvicinamento a velocità diverse all’As-
sociazione strategica Unione Europea –
America Latina. Il pericolo è che la
focalizzazione sulla lotta all’esclusione
sociale e sul rafforzamento dell’integra-
zione faccia passare in secondo piano
gli sforzi per la liberalizzazione com-
merciale su base reciproca. Per mostra-
re che esiste ancora la volontà di
costruire una relazione strategica bi-
regionale, l’Unione Europea e il Merco-
sur dovrebbero concludere i negoziati
per l’Accordo di partenariato, che sono
ancora in corso proprio sul capitolo
della liberalizzazione commerciale.
Inoltre, l’Unione dovrebbe decidere di
avviare i negoziati commerciali con il
Centroamerica e la Comunità Andina,
visto che sono già stati firmati gli accor-
di di dialogo politico e cooperazione nel
dicembre 2003. Se nella strategia euro-
pea venisse a mancare la liberalizzazio-
ne commerciale, non si perderebbe solo
una potenzialità di crescita economica
globale, ma anche l’occasione per con-
cretizzare la visioneuropea di dialogo
bi-regionale e realizzare un’associazione
strategica a più velocità.
Antonella Mori
Senior Research Fellow Ispi