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9.10.05
-Domenica 4 settembre 05 si parte da Bogota’ direzione Barranca.
Ci siamo divisi in due gruppi: Teo, Luca e Valentina nel nord-est, Antonella Gio e Francesco in Arauca. Il viaggio mio e di Luca e’ stato organizzato con l’obbiettivo di monitorare la zona in quanto completamente militarizzata, la Acvc ha richiesto accompagnamento permanente. Stiamo andando in questa zona anche perche’ i progetti e la presenza della Acvc e’ forte e radicata. Quindi per documentare i progetti attuati sul territorio.
-Lunedi 5 settembre ore 11 e 30 ci stacchiamo dal porto della torrida Barranca direzione, comunita’ di Porto Matilde.
Ci imbattiamo in tre lunghe ore di viaggio in barca. Un fantastico, ma pericoloso, rio che attraversa comunita,`stabilimenti militari e piccole baracche lungo le sponde.
Dopo tre lunghe ore di strategico viaggio, evitando secche presenti in molti punti del rio, arriviamo nella nella comunita`di P.Matilde.
Passiamo un viaggio a guardare tartarughe al sole, bisce d’acqua curiose ed un piccolo coccodrillo immobile al nostro passaggio.
Ad attenderci all’arrivo c’e’ un imponente schieramento di soldati, che ci rovina il fantastico paesaggio ammirato fino ad ora. Ci osservano, scrutano e parlottano, ma non ci dicono nulla: nessuna richiesta per ora.
Ci mettiamo in cammino nella comunita’ e raggiungiamo la casa di Luis Francisco, detto anche Don Paco, che non c’e’ , troviamo sua moglie che ci accoglie con una zuppa calda e un bicchere di limonata. Improvvisamente spuntano due soldati, c’e’ anche il comandante e vuole parlare con noi. Entrano nella casa ed iniziano coordialmente a farci domande: chi siete, cosa fate, quanto state numero di passaporto ecc…Nessun problema si risponde a tono chiedendo chi sono, che battaglione e quanto stanno. La presenza dei militari, ci spiega poi Paco, dura ormai da mesi e l’operazione che stanno conducendo e`quella di disgregare la comunita`, di creare dissensi tra la gente per spaccare la giunta di azione comunale; in modo da rallentare e rendere piu difficili le richieste che la comunita`fa al governo. I militari sono dunque praticamente dentro le case della gente, al bar e ad ogni angolo della strada.
-Martedi 6 settembre 05 ore 9 iniziamo i workshop con i bambini del villaggio: utilizzo camera e fotocamera. I bambini sono entusiasti e nel giro di un ora sono gia in giro da soli a far foto ed interviste. Qui nella comunita’ di p.Matilde ci sono circa 25 case, un bar con negozietto annesso e una cabina del telefono molto buffa. Questa si trova in cima ad una collinetta e ha due casse amplificate rivolte verso le case. Un signore, passa tutta la giornata a rispondere alle chiamate e avvertire la gente al microfono. Tutti i progetti sono completamente autoorganizzati e autogestiti dall’assemblea della giunta di azione comunale. Qui mancano tutti i servizi pubblici che uno stato democratico dovrebbe garantire: luce acqua sanita’ istruzione. Manca anche una reale via di comunicazione con il resto della Colombia, tutti i giorni c’e’ una barca che fa’ su e giu da Barranca. Questa passa attraverso un pericoloso e spesso secco rio, dove capita anche di incontrare blocchi di paramilitari che sequestrano soldi e merce trasportata. Generalmente sequestrano la benzina, perche utilizzata per la lavorazione della coca, e materiale sanitario, per impedire che si sviluppi autonomia nelle comunita`. `
Oggi sono arrivati altri soldati, ora sono circa quaranta, tutti molto giovani, stanno facendo il servizio di leva obbligatorio, qua in Colombia dura due anni.
Il comandante ci invita ad una specie di conferenza stampa dove intraprende un discorso sulla guerriglia e sull’importanza della presenza dello stato sul territorio, per garantire sicurezza e futuro alla colombia. A fine discorso dona un computer, due tolle di vernice e un pennello.
Noi rimaniamo scioccati dallo squallore di questa messa in scena. Ci saranno state presenti dieci famiglie che applaudivano e stringevano mani ai militari, scambiandosi sorrisi falsi. Don Paco poi ci spiega quanto queste manifestazioni servano per dividere e creare scompiglio nella comunita`,i militari stanno lavorando con circa otto persone che sono sempre piu d’accordo con la loro presenza nella comunita`.
-Mercoledi 7 settembre 05 ore 6, siamo pronti per andare a vedere il progetto della Acvc sull’allevamento dei bufali. Ci accompagna Don Paco e ci spiega come e perche`hanno deciso di intraprendere questo progetto:
I bufali, ci spiega, sono degli animali molto forti, non prendono malattie, danno latte e formaggio molto ricco. Quello che sta’ facendo l’Acvc e` di contrapporre progetti “legali” e concreti in grado di sostituire la coltivazione della coca in modo da facilitare il dialogo con il governo.
Oggi abbiamo anche intervistato Don Manuel membro dell Acvc che ci ha illustrato meglio i progetti di vivienda, luce e falegnameria.
Qui a p.Matilde c’e`una piccola, ma abbastanza fornita, falegnameria che e`stata in grado di costruire diverse case dignitose per molte famiglie. Nelle case ci sono i servizi igenici: doccia lavandino e cesso. L’acqua piovana viene riciclata per lavare i panni e per farsi la doccia. Dentro questa falegameria c’e`anche un piccolo generatore che viene acceso dalle 17 alle 22 e da luce a quasi tutte le case.
-Giovedi 8 settembre 05, sono le 7 e tra poco ci metteremo in cammino verso le piantagioni di coca. Due ore e mezza di lungo cammino faticoso, attraverso una selva fitta e umida che emana suoni stranissimi; il tutto molto affascinante. Alberi dal tronco lunghissimo, jane che scendono, ruscelli che scorrono, uccelli che cantano e grandi tarantole nere pelose ci osservano.
In questo lungo e faticoso viaggio ci accompagna Don Cristóbal un campesinos di p.Matilde. Mille discorsi, ristóbal e’ un contadino molto religioso, gira sempre con la bibbia in tasca.
Arriviamo in una vallata e ci dirigiamo verso una baracca. Come ci avviciniamo notiamo cinque facce scure scure con capelli cotonati che ci scrutano impaurite, uno inizia a piangere disperato, all’arrivo del padre smette:ha visto poca gente in vita sua ci dice.
Il papa’ un signore alto alto e nero nero con un grande volto sorridente, ci accoglie con un bicchere di limonata, afferra un pollo e gli spezza il collo e dice: abbiamo ospiti oggi.
Dopo aver mangiato ci sdraiamo su un tappeto di foglie di coca e iniziamo con l’intervista: mille le cose e i temi che affrontiamo, a partire dal Tlc (trattato di libero commercio) passando per la guerra permanente fino all’ inflazione che ha investito l’argentina negli ultimi anni. Luca riprende, io faccio foto e loro sono contenti:”sisentono importanti”. Verso le 16 ci mettiamo sulla strada del ritorno, alle 18 siamo a casa distrutti.
-Venerdi 9 settembre 05, c’e’ un caldo torrido e stiamo aspettando Eric, un ragazzo statunitense, che ci portera’ le mini-dv e dara’ il cambio nella comunita’;noi dobbiamo andare a Lejanias una comunita`distante due tre ore di barca e due giorni di mulo. A Lejanias c’e una base militare dentro una scuola, andiamo a fare alcune riprese.
Oggi Teo e’ stato fermato dai militari che li hanno fatto alcune domande, erano un po arrabbiati per le troppe foto scattate, poi si sono tranquillizzati. Oggi abbiamo anche fatto l’intervista a Don Paco sui progetti dell Acvc. Discorsi veramente all’avanguardia, in p.Matilde l’Acvc ha sviluppato diversi lavori: progetto vivienda, telefono, corrente, falegnameria, coltivazione naturale del terreno e allevamento bestiame. Attraverso questi progetti e con le giunte di azione comunale, l’Acvc, cerca di iniziare un dialogo con il governo in cui richidede servizi pubblici quali luce, gas, acqua, sanita’ e istruzione.
-Sabato 10 settembre 05, abbiamo passato tutta la mattinata alla scuola ad osservare una lezione.
Era molto divertente vedere come un professore imposta una lezione globale, si perche non ci sono differenti professori, ce ne`uno per tutte le materie.
Oggi e’ atterrato due volte l’elicottero dell’esercito e ha portato viveri, ma sopratutto tanta cocacola, perche`qui non ne vendono ne bevono.
Abbiamo poi scaricato le foto, fatte da loro, sul computer della scuola assieme al prof in modo che se le possano guardare sempre.
-Domenica 11 settembre 05 siamo in viaggio con Don Manuel verso la Cooperativa, una comunita’ nel nord-est. Viaggio di tre ore con tappa a S.Francisco una comunita’ completamente militarizzata dove l’esercito e’ addirittura nelle case della gente. Qui abbiamo incontrato un signore che era appena stato minacciato e derubato dai paramilitari, 5.000.000 pesos. Aveva un po paura a rilasciare interviste quindi lo abbiamo ripreso a mezza faccia.
Barranca e`la citta`dove i paramilitari sono piu`presenti. La loro funzione e`quella di controllare il commercio mettendo imposte sui prodotti. L’organizzazione dei paramilitari e`ben strutturata e collegata con l’esercito che fa da braccio armato per gli scontri con la guerriglia. Il paramilitarismo quindi e`diffuso nelle zone dove la gente non e`in grado di difendersi. Il modo di agire potrebbe essere paragonato alla mafia italiana, controllo del commercio, della droga, e imposte ai negozianti.
Circa alle 14 arriviamo alla Cooperativa e bastano due parole per capire che la situazione e’ abbastanza critica. L’esercito ha militarizzato tutta la zona, e le due persone che ci dovevano accompagnare a Lejanias, hanno dovuto allontanarsi, in quanto ricercate, quindi non possiamo incontrarle. Un signore ci dice anche che venerdi c’e’ stato uno scontro a fuoco tra guerriglia ed esercito sulla collina qui di fronte.
La Cooperativa e’ un piccolo, e devo dire poco accogliente, paesello pieno di rifiuti in terra e con un caldo torrido che sembra non andarsene mai. Ovviamente manca la corrente, acqua, gas, servizi sanitari e anche servizi igenici. Nella Cooperativa si nota la mancanza di progetti che possano dare una prospettiva di vita migliore alla gente. Mancano membri della Acvc e una assemblea di coordianmento delle famiglie. Qui la maggior parte della gente lavora il legno, carovane di asini, carichi di assi, tutti i giorni scendono dalla montagna per caricare barche che poi si dirigono a Barranca.
-Lunedi 12 settembre 05 e`il secondo giorno che siamo qua e non riusciamo a capire cosa fare. I nostri responsabili se ne sono andati e non possiamo muoverci da soli; neanche per andare al fiume a bagnarci e`pericoloso ci dicono. Ora e’ arrivata la voce che in una casa qui vicino l’esercito ha pestato e malmenato una famiglia, ci dicono che stanno arrivando qua e che c’e la possibilita che venga anche l’esercito. Alcuni responsabili hanno fatto andare tutti i bambini nella scuola e io e Luca ci siamo messi la maglietta di Ipo, camera in mano, foglio e penna. Aspettiamo un ora e non arriva nessuno, decidiamo di muoverci noi per andare a vedere, domandiamo a due signori ma ci rispondono che hanno paura e non se la sentono. Dopo un altra mezzora di attesa decidono di accompagnarci. Una strada che attraversa la montagna e la selva, molto faticosa e umida, una camminata di un’ora e mezza. Tensione e paura, passiamo la selva e arriviamo alla casa. La circondiamo e ci rendiamo conto che non c’e`nessuno, sono al fiume a pescare. Un urlo e ci rispondono subito, capiamo che non e’ successo nulla. Meglio cosi, beviamo qualcosa e ci mettiamo sulla strada del ritorno.
-Martedi 13 settembre 05 siamo ancora qua e c’e`un caldo torrido, tanta afa e nulla da fare. Oggi abbiamo chiamato a Barranca per farci venire a prendere, abbiamo un sacco di cose da fare.
Ore 14 arriva un certo Oscar Wiliams dell’associazione Cahucopana dicendoci che e`sparito un certo Enricke Gracias vicepresidente dell’associazione. Ci dice anche che un nuovo battaglione dell’esercito e’ entrato a Lejanias e che dopo questa entrata non si hanno piu contatti con Enricke.
Avvertiamo Bogota`e Barranca di cio che ci hanno appena comunicato e vediamo di fare spostare Eric, noi dobbiamo tornare non possiamo andarci. Dopo due ore si avvicina di nuovo Wiliams e ci da una nuova notizia: Enricke e`stato visto in una casa qua vicino. Meglio cosi, diciamo un’altra volta io e Luca, ci rimettiamo a pisolare sulla maca.
Le notizie qui corrono inciampano si ribaltano, ingrandiscono e trasformano. La gente ha una paura incredibile dell’esercita quindi appena succede qualcosa o circola qualche voce non si capisce piu nulla. Quello che manca e` una reale organizzazione in grado di gestire e verificare la validita`delle informazioni e non solo.
-Mercoledi 14 settembre 05 stiamo aspettando il barcarolo D. Manuel che ci viene a prendere per riportarci a p.Matilde dove dobbiamo fare le ultime interviste. Ore 12 arriva la notizia che Manuel non puo venire, pare che abbia finito il gasolio, be noi abbiamo deciso che qui un altro giorno non ci stiamo, quindi andiamo in cerca di una barca qualsiasi che ci possa trasportare verso p.Matilde. Io con il mio perfetto castigliano riesco a trovare una barca di falegnami disposta a trasportarci fino a S. Franzisco. Dopo una lunga mezzora a spingere la barca, che era troppo carica e quindi in secca, partiamo. Sono le 14 e siamo su una barca di falegnami diretta a Barranca, durante il viaggio ogni 5 minuti ci fermiamo per spingere la barca. Ad un certo punto ci fermiamo vicino ad una spiaggia dove ci sono due montagne di legna pesantissima, guardo Luca e mi dice: “mi sa che tocca caricarla tutta”, bene ci buttiamo nel fiume e iniziamo a caricare lunghe travi pesantissime.
La gente che ci accompagna e’ veramente socievole e facciamo tante belle chiaccherate. Parliamo di donne, caffe colombiano e di politica, come se fossimo compagni da anni.
Verso le 18 siamo quasi arrivati a S. Francisco, decisi a fermarci e fare tappa, quando vediamo spuntare una barca con su Eric. Ola ola, siamo increduli e stupita, sono venuti a prenderci per tornare a p.Matilde, ci affiancano ci salutiamo velocemente e poi via verso p.Matilde.
-Giovedi 15 settembre 05 ci svegliamo e decidiamo che dobbiamo andare a Barranca per poi tornare a Bogota’. Ci accompagna Ramiro a prendere una jap per raggiungere Bogota’.Viaggio assurdo, strade che non sono strade, Luca per lasciare il posto ad una giovane ragazza si e’ fatto tutto il viaggio dietro su un asse di legno con le mani attaccate ad una sbarra per non volare via. Ogni tanto mi giravo a guardarlo ed era tutto rosso con le mani salde, un pollo che strilla e fango che schizza. Durante il viaggio incontriamo un sacco di posti di blocco di esercito, brigata 14. Ad un posto di blocco ci hanno fermato e fatto mettere le mani sulla jep, solo a me e Luca. Finalmente dopo quattro ore di viaggio con mille soste arriviamo a Barranca. Ci beviamo una birra e decidiamo di partire alle 22. Prendiamo il bus per Bogota’.
-Venerdi 16 settembre 05 siamo a Bogota`gia connessi al computer con la prospettiva di rimanerci almeno una settimana.
Alla prossima avventura
Teo_bulk