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9.10.05
Il 18 di settembre del 2005 la Giunta di Azione Comunale di Puerto Matilde ha convocato una riunione straordinaria nella struttura che la gente del posto conosce con il nome di “ La Casita”, per discutere di alcune questioni interne alla comunitá. Quasi alla fine della sessione il Sergente Polo, del Battaglione PEV7, é entrato nel locale, interrompendo la riunione e chiedendo di poter parlare con la comunitá.
Il Sergente ha spiegato che, quello stesso giorno, aveva ricevuto una comunicazione dai suoi superiori, secondo la quale la comunitá di Puerto Matilde avrebbe presentato una denuncia contro di lui e contro le sue truppe. Il Sergente non ha saputo riferire la data della presunta denuncia, ne’ le accuse concrete presentate contro i suoi soldati. Senza dare ulteriori spiegazioni e senza saper rispondere alle domande della comunitá, che non era assolutamente a conoscenza della denuncia, il Sergente ha esortato i presenti a firmare un foglio che certificava che il Plotone Calcolatori nº 3, installato nel villaggio di Puerto Matilde, ai suoi ordini, dal 29 di agosto al 18 di settembre, aveva mantenuto una “buona condotta” con la gente. Le firme dovevano essere accompagnate dall’impronta digitale degli abitanti del villaggio che accettassero la richiesta del Sergente.
Il Sergente Polo sostiene che la denuncia é giá stata pubblicata in alcuni mezzi di comunicazione (non ha saputo dire quali), ma nessuno sa nulla in proposito. Quello che é certo é che il Sergente Polo ha voluto tuelarsi di fronte a qualsiasi problema possa presentarsi nel futuro ( anche se non é chiaro perché dovrebbero sorgere dei problemi, se la presenza dei soldati ha avuto, come sostiene l’ Eercito, l’obiettivo di offrire protezione e appoggio alla comunitá) e lo ha fatto ingerendo in modo molto poco conveniente e legale nella vita comunitaria di Puerto Matilde.
Il 19 di settembre tutti militari installati nella comunitá, tanto i soldati del Battaglione PEV7, quanto quelli del Battaglione Calibio, che sono entrati il 14 di settembre e sono rimasti nel villaggio, assieme alle altre truppe, per quattro giorni, hanno lasciato Puerto Matilde. La loro assenza é durata ben poco, giacché il 20 di settembre l’ Esercito si é di nuovo installato nel villaggio, rappresentato dalle stesse truppe d prima: il Battaglione PEV7, sempre agli ordini del Sergente Polo (anche se sembra che lui non sia tornato nel villaggio) e il Battaglione Calibio, agli ordini del Sergente Rivas, con coordinazione tra i due sotto la responsabilitá del Sergente Silva del Battaglione Calibio.
Sembra che chiedere alle comunitá che sottoscriva il “certificato di buona condotta”, presentato dai soldati, si stia convertendo in una pratica comune nelle regioni in cui i militari convivono con la popolazione civile. Per usuale che sia, questo procedimento non smette di apparire strano: non sarebbe piú logico che fossero le truppe a far da garanti per la popolazione civile, invece che accada esattamene il contrario? La valutazione del comportamento dei soldati non dovrebbe essere una responsabilitá dei comandanti dell’Esercito , invece che dei civili?