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Esercito colombiano bombarda accampamento delle FARC in territorio ecuadoriano. Ucciso Raul Reyes numero 2 delle FARC. Forte tensione tra Ecuador e Colombia.

2.03.08

Esercito colombiano bombarda accampamento delle FARC in territorio ecuadoriano. Ucciso Raul Reyes numero 2 delle FARC. Forte tensione tra Ecuador e Colombia.

Con un incursione aerea l’aviazione colombiana è riuscita a bombardare un accampamento delle FARC all’interno dei confini dell’Ecuador. 17 guerriglieri morti tra cui Raul Reyes numero 2 delle FARC. Portavoce e membro dello Stato Maggiore delle FARC, Luis Edgar Devia alias “Raul Reyes” era da molti indicato come vero e proprio cervello politico della guerriglia marxista leninista più antica del continente. Aveva condotto in prima persona le trattative durante i cosidetti “accordi di Caguan” durante il processo di pace voluto da Betancour, nonno della Ingrid, nonchè le recenti trattative con Piedad Cordoba. L’operazione militare ha avuto luogo nella frontiera tra Ecuador e Colombia, nella notte di venerdì 29 febbraio: l’aviazione colombiana prima ha bombardato, con aerei e elicotteri, un’area montagnosa situata 2 km all’interno dei confini dell’Ecuador, successivamente truppe di terra sono sconfinate e hanno recuperato i cadaveri di due guerriglieri (tra cui Raul Reyes) e effetti personali del lider guerrigliero, tra cui computer, agende, telefoni. Le foto del cadavere di Raul Reyes, sono state state pubblicate da numerosi periodici e le FARC in un comunicato ne hanno confermato la morte. Il cadavere appariva in calzoncini corti e maglietta, il che fa presumere un attacco di sorpresa. Due guerrigliere ferite sono state soccorse dall’esercito ecuadoriano e ricoverate in un ospedale nella capitale, Quito.
La precisione del bombardamento fa pensare che l’esercito colombiano disponga di ad una nuova tecnologia, di fabbricazione straniera, in grado di intercettare e localizzare rapidamente le comunicazioni satellitari. Quest’estate con operativi militari, del tutto simili nella dinamica, l’esercito colombiano riuscì a uccidere con bombardamenti aerei mirati altri due lider delle FARC, Negroacacio e Martin Caballero. Secondo l’ipotesi più accreditata una partita di telefoni satellitari acquistati a Miami dalle FARC, potrebbe essere l’elemento chiave della vicenda: si tratterebbe di telefoni modificati ad hoc, venduti alle FARC da elementi della CIA mediante un’operazione di infiltramento delle stesse.
Forte tensione tra Colombia e Ecuador, che accusa la Colombia di aver violato ripetutamente la propria sovranità territoriale e aerea, in disprezzo alle norme del diritto internazionale. Nonostante le scuse formali del governo colombiano, L’Ecuador ha ritirato il proprio ambasciatore a Bogotà e espulso il corpo diplomatico colombiano presente a Quito. Mobilitate truppe di fanteria, che si stanno dispiegando nella frontiera con la Colombia. Il presidente dell’Ecuador Correa, dopo aver definito le scuse ufficiali del governo colombiano “una burla” non ha escluso di procedere “fino alle estreme conseguenze” per riparare “l’oltraggio” alla sovranità della sua nazione.
Anche il Venezuela è partecipe della crisi. Chavez ha reagito analogamente al suo omologo ecuadoriano, prima lanciando un monito a Uribe in cui si dichiara che se l’evento fosse accaduto nella frontiera con Venezuela, sarebbe stato considerato come una dichiarazione di guerra. In seguito il governo venezuelano ha espulso l’ambasciatore colombiano e ordinato la chiusura delle sue sedi diplomatiche, chiudendo così del tutto le relazioni diplomatiche con il paese limitrofo. L’ambasciatore venezuelano era già stato ritirato dalla Colombia dopo la decisione di Uribe di ritirare il mandato a Chavez e a Piedad Cordoba per condurre trattative con le FARC. Infine nella notte di domenica 1 marzo, Il Venezuela ha mobilitanto 10 battaglioni dell’esercito, tra cui aviazione fanteria e mezzi corazzati, che si sono dispiegati lungo la frontiera.

Alessandro Bonafede
IPO – International Peace Observatory

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