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LA COOPERATIVA IN FESTA

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6.05.06

19-23 aprile 2006

Puerto Nuevo Ité. Raccontano que era un villaggio grande e allegro, con una bottega molto ben assortita, amministrata da una cooperativa di contadini (per questo motivo la localitá é conosciuta con il nome di Cooperativa), dove arrivava la merce per rifornire tutte le comunitá della parte bassa del Nord-est di Antioquia. Qui era stato avviato un piano di costruzione di case degne per la popolazione.
Quello che oggi si puó vedere- dopo varie incursioni paramilitari, in una delle quali, nel 1996, fu bruciata la bottega della cooperativa; dopo che é iniziato un operativo militare in tutta la regione, in corrispondenza del quale si sono verificati arresti arbitrari, sparizioni, violazioni del diritto alla libertá di muoversi, morti violente ed altri tipi di ingiustizie- sono 9 case raggruppate attorno ad un piccolo porto, dal cuale salpano le canoe che trasportano il legname della regione fino a Barrancabermeja. Puerto Nuevo Ité é ora un villaggio piccolo e silenzioso, dove si vedono dei resti di case bruciate. C’é una scuola dove i bambini, ogni giorno, devono portare le loro sedie per studiare, dal momento che le uniche cose di cui dispongono sono: una piccola casa ancora in costruzione, una lavagna e una sola maestra per tutti. Ci sono due tavoli da biliardo e musica solo durante qualche fine settimana. C’é un campo da calcio grandissimo e bruciato dal sole. Si vedono tramonti bellissimi, sulla riva del fiume Ité; si ascoltano pappagalli che parlano e piangono. Di notte, alla luce di una candela, i pescatori salano i pesci appena tolti dalle reti.

Arrivo qui un mercoledí di aprile. Incontro i membri di CAHUCOPANA, qui riuniti per fare un bilancio della IIIª Azione Umanitaria. Incontro le nipoti della signora Maria, che, dopo la scomparsa di suo padre, accaduta piu di tre mesi fa nella zona, arrivano qui dalle cittadine in cui vivono, cercando disperatamente qualsiasi tipo di notizia su di lui. Incontro tre ragazzi del gruppo “Aprendo sentieri” ( gruppo di giovani del Nordeste Antioqueño che si sta formando per lavorare nell’ ambito della comunicazione), pronti ad uscire dalla regione per partecipare ad un laboratorio con altri giovani del Maddalena Medio. Si vede nelle loro facce non solo la voglia di conocer spazi e gente nuova, bensí anche l’entusiasmo di partecipare ad un progett oche loro stessi stanno costruendo.

Giovedí: comincia la riunione di CAHUCOPANA. Si organizza una commissione per la cucina e si apre il dibattito. La riunione sará lunga, perché bisogna analizzare tutti i risultati e gli errori della IIIª Azione Humanitaria. A qualcuno viene l’ idea di comprare granite per tutti. Il signor Pacho sembra essere il piú contento: con la faccia di un bambino soddisfatto, assapora il latte condensato e lo sciroppo dolce che danno gusto al ghiaccio.

La riunione continua venerdí. Tutti partecipano nella valutazione del lavoro realizzato da CAHUCOPANA: emergono critiche e proposte da sviluppare. Si discute molto. Qualcuno si fuma un sigaro; qualcuno deve andare a cercare le mule per viaggiare, prima che faccia buio. Beviamo caffe caldo con panela e continuiamo a lavorare, fino a che non é pronto il resoconto finale del bilancio.
Venerdí notte: domani é giorno di festa, perché si giocherá la finale del torneo di calcio della regione, organizzato con l’ appoggio dell’ ACVC. Ci sediamo accanto al fuoco. Si sente della musica, una coppia improvvisa un ballo e tutti rimaniamo a guardarla, immaginando giá la festa di domani.

Sabato: sin dalle prime ore del mattino inizia a scendere gente dai villaggi vicini. Molti raccontano di essersi imbattuti, durante il cammino, con soldati che chiedevano informazioni sulla proveninza e la meta della gente. C’é una forte presenza militare nella zona: questa é una delle ragioni per cui arriva molta meno gente del solito. Un’ altra ragione é la povertá alla quale é condannata questa regione, per la sua storia di ingiustizie ed imposizioni, legate, soprattutto, alla distribuzione e lo sfruttamento delle risorse naturali. Molti sono spaventati, dopo i numerosi arresti arbitari, realizzati da soldati della Brigada XIV negli ultimi mesi; dopo il tentativo dell’ esercito di organizzare un’ Azione Civico-Militare a Lejanías, per sabotare l’ Azione Humanitaria ( tentativo che é miseramente fallito).
La mula di una dei condadini appena arrivati é ammalata: questi animali valgono molto qui, perché sono l’unico mezzo di cui i contadini dispongono per muoversi e trasportare i carichi di legname.Si cerca in fretta un modo per curarla, scambiandosi conoscenze tramandate dai nonni di ciascuno; si sperimentano rimedi caserecci a base di uova e pipí, fino a che l’animale sembra stare meglio.
Una del pomeriggio: nel momento in cui il sole é piú alto e piú caldo inizia la partita di calcio. Cooperativa e Ojos Claros si disputano il terzo posto del torneo. Quasi non assisto alla partita, perché rimango a preparare frittelle con alcuni ragazzi dell’ appena nato Gruppo di Cultura del Nord-est di Antioquia. Vince Cooperativa. Inizia la partita che definirá la suqdra vincitrice del torneo: Dos Quebradas-Campo Bijao. Le grida del signor Pacho si sentono in tutto il villaggio e, di fronte alle lamentele di alcuni dei presenti, lui si giustifica ammettendo di essere, da sempre, un tifoso incorreggibile.
Approfitto dell’ ultima mezz’ora di luce per andare a fare il bagno al fiume. Dopo quello che mi é sucesso, l’ultima volta che sono venuta qui, con una raya( un pesce che, secondo le descrizioni della gente del posto, sembra un’ arepa- un pane di mais rotondo- con la coda e che, secondo la mia propria esperienza personale, provoca, con la sua puntura, un dolore orribile), cerco un punto del fiume dove ci siano pietre a sufficienza per darmi la speranza ( ma non la sicurezza) di non incontrare nessuno di questi animali. che dovrebbero vivere solo nei fondali pantanosi.
Notte: nella casa comunitaria si riunisce tutta la gente. Qualcuno giá sta bevendo e mi avvisano che la festa sará piuttosto lunga. Un membro dell’ ACVC consegna i trofei alle squadre vincitrici; appaiono le prime coppie di ballerini. In poco tempo l’ ambiente si riscalda: nel mezzo delle ingiustizie che devono affrontare quotidianamente, i contadini di questa zona sempre trovano uno spazio per riunirsi con i vicini, sorridere per i pettegolezzi ed i racconto degli amici, ballare vallenato con gli occhi chiusi. Alla 10 della sera si rompe il generatore che garantisce luce e musica alla festa. Alcuni sbadigliano, ma nessuno se ne va: tutti sono sicuri che il guasto si puó ripàrare. In realtá non capisco da dove viene tanta sicurezza, peró conosco la capacitá di resistenza dei contadini di questa regione, che, di fronte a qualsiasi tipo di problema, non si arrendono prima di aver sperimentato tutte le alternative che pensano di avere.
Nel frattempo arriva la notizia che é pronta la cena. In una pentola gigante hanno cucinato carne e yucca per tutti. Pochi hanno un piatto; alcuni mangiano in foglie di banano; la maggioranza riceve la cena in mano e si avvicina di nuevo al luogo della festa, aspettando che ricominci la musica. E la musica riprende a suonare: sono quasi sempre gli stessi dischi che si ripetono per tutta la notte. Comincia a piovere.

É l`alba: cerco uno spazio per dormire. É un compito difficile, vista la quantitá di gente che si é fermata nel villaggio. Dormo quasi due ore nel sacco a pelo che ho accomodato sul pavimento di una casa, cercando di non calpestare nessuno e di schivare le gocce d’aqua che cadono dal tetto. Alle 8 vado di nuovo nella casa comunitaria, con la gente. Osservo le facce dei contadini: sembra che non si stancheranno mai e che la festa durerá per sempre. Nel pomeriggio la gente che vive piú lontano inizia a muoversi: viaggiano in piccole carovane, per ragioni di sicurezza, dopo tutto quello che é accaduto e continua ad accadere nella zona. Per altri la festa continua, ballando ritmi sempre piú lenti.

La musica viene spenta alle 7 di sera. Nel villaggio torna il silenzio. Poche persone continuano a bere in un’ altra cantina. La maggioranza della gente se ne va a dormire. Domani, alle 5 del mattino, per i contadini della regione comincerá di nuovo la vita normale: con la possibilitá di essere arrestati arbitrariamente dall’ esercito, di dover firmare un foglio che certifica la buona condotta dei militari , di vedere soldati che entrano nel villaggio e si installano nelle case. Ma anche con il progetto, giá concreto e avviato, di ricostruire la cooperativa.
I contadini del Nord-est di Antioquia non si stancano: continuano a resistere.
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