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5.01.07
Juan Camilo Niño Vargas
www.agenciaenpie.org
“Nessun colombiano puó opporsi ad una decisione dello Stato”. Diverse domande sorgono rispetto a simili affermazioni. La prima e’ di che tipo di Stato si sta parlando. Sicuramente non di uno pienamente democratico. In una democrazia lo Stato coincide con il popolo, coincide con i suoi interessi e bisogni e, per tanto, non ha senso parlare di una opposizione tra loro.
Senza dubbio, ció che causa perplessitá nell’affermazione é il contesto nel quale si esprime. A pronunciarla é un alto funzionario del Ministero degli Interni e si riferisce alle future esplorazioni petrolifere che si progetta di realizzare nel territorio degli u’was, negli Andes Orientali e nel Piedemonte Llanero, denominati Blocco Sirirí e Blocco Catleya. Se ci si sofferma ad esaminare con una certa attenzione, si scopre che l’asserzione é ingiusta, carente di precisione e, come se fosse poco, non sembra riflettere
i valori democratici e pluralistici della nostra Costituzione.
Questo “nessun colombiano”non sono uno o due individui bensí un gruppo indígeno di oltre 6.000 persone. Tra l’altro, e senza che ció significhi nessun tipo di paradosso, gli u’was sono colombiani e, allo stesso tempo, sono un popolo molto piú antico che lo Stato colombiano e che qualsiasi impresa petrolifera. Per tanto, godono di diritti speciali che devono essere riconosciuti e rispettati. Ció che l’attuale Governo e le compagnie chiamano “blocchi”, non sono semplici “blocchi”. Innanzitutto sono il loro territorio, la loro casa, il centro del loro mondo, l’area che hanno abitato e difeso da oltre cinque secoli.
L’ informazione diffusa dai mezzi di comunicazione puó suscitare l’impressione che gli u’was si oppongano all’esplorazione petrolifera per ignoranza o superstizione. Niente di piú lontano dalla realtá. Le ragioni che li spingono a difendere il loro territorio sono coerenti al loro complesso sistema di pensiero e poggiano su una conoscienza pratica la cui logica, anche se differente dalla nostra, é completamente fondata.
Gli u’was mostrano una grande preoccupazione per mantenere l’universo in stato di equilibrio. Attraverso la regolazione delle attivitá produttive, economiche, sociali e rituali, cercano di stabilire relazioni armoniche tra il genere umano e la natura. Lo sfruttamento del petrolio, le scavazioni e perforazioni del loro territorio distruggono quet’ordine e, questi, non sono solo supposizioni metafisiche. L’estrazione del liquido sará accompagnata dall’incursione di gruppi armati, dalla degradazione del medio ambiente, dall’incremento della violenza politica e dall’irruzione nel normale corso della loro vita quotidiana. Il petrolio significa la fine dell’universo u’wa, la fine di un insieme di conoscienze e valori morali che la Costituzione impone di rispettare.
In questo caso lo sfruttamento del petrolio equivale al disconoscimento della nostra diversitá culturale, del patrimonio materiale e immateriale, dell’etnocidio.
Ad ogni modo, il trionfo o la sconfitta della causa u’wa ha implicazioni che vanno ben oltre il problema dello sfruttamento petrolifero degli Andes Orientali. La difesa dei loro diritti é la difesa dei diritti di tutti i colombiani . É la difesa della pluralitá, della democrazia e della Costituzione che ci fonda come Nazione.