
Ipo è una organizzazione di accompagnamento internazionale e informazione in Colombia, in solidarieta' con organizzazioni sociali in resistenza non-violenta.
9.05.08: Colombia degli scandali, manca Uribe
5.05.08: Due ex paramilitari accusano ambasciatore di Bogotà a Roma
5.05.08: Uribe perde pezzi e il cerchio si stringe intorno a lui
12.04.08: Colombia, la mannaia impetuosa delle Aguilas Negras
30.03.08: Colombia, il parlamentare Ue Agnoletto denuncia il non rispetto dei diritti umani e attacca Uribe
28.03.08: Nella Colombia di Uribe, caccia alle streghe contro gli oppositori
28.03.08: I paramilitari colombiani minacciano le ambasciate straniere
28.03.08: Appello urgente in difesa delle associazioni per i diritti umani in Colombia
8.03.08: Si e' chiusa la crisi tra Colombia, Venezuela e Ecuador
7.03.08: La Colombia esclude una guerra ma è isolata in America Latina
12.02.10: IPO si solidarizza contro le detenzioni di contadini in Catatumbo
10.02.10: DETENZIONI DI MASSA E INCERTEZZA NEL CATATUMBO – COLOMBIA
11.12.09: Il conflitto colombiano esiste e si puó risolvere solo con il negoziato politico
11.12.09: Per la vita e la dignitá nel campo costruiamo la sovranitá alimentar
9.12.09: *UN REGIME DA RIPUDIARE*
Ricevi sulla tua e mail la news letter di IPO con gli ultimi aggiornamenti del sito.
Questa opera è sotto licenza
Creative Commons
1.06.07
Intercettazioni telefoniche smascherano la leadership paramilitare, rimasta onnipotente nonostante il carcere
di Simone Bruno
Nel mezzo del più grande scandalo della storia colombiana che coinvolge, per il momento, circa quaranta parlamentari con accuse che vanno dal favoreggiamento all’organizzazione e al finanziamento di gruppi paramilitari, nelle ultime settimane a tenere banco sono state le intercettazioni telefoniche dei paramilitari in carcere e dei leader dell’opposizione al governo di Alvaro Uribe Velez.
La nuova Catedral. Due settimane fa la rivista Semana ha scandalizzato il paese con la pubblicazione di alcune agghiaccianti intercettazioni delle conversazioni telefoniche di leader paramilitari dal carcere. Smobilitati nell’ambito del processo di pace tra il governo e il gruppo paramilitare delle Auc (Autodefensas unidas de Colombia), sono rinchiusi per l’appunto nel carcere di massima sicurezza di Itagüí.
“Itagüí contrasta con altre esperienze del paese, come La Catedral che più che un carcere è stata un triste episodio della vita colombiana”, affermava con decisione il presidente Uribe qualche mese fa. Il riferimento era al carcere di Pablo Escobar, una reggia costruita da lui stesso, nella quale accettò di essere rinchiuso e da dove continuava a gestire il suo impero di trafficanti di droga.
Viva e vegeta. Le intercettazioni pubblicate da Semana dimostrano come dall’interno del carcere i paramilitari continuino a gestire il narcotraffico e le estorsioni, controllino ancora interi quartieri e interi villaggi, e ordinino esecuzioni e torture. Altro che la Catedral di Escobar. Le intercettazioni chiariscono una volta per tutte, e senza ombra di dubbio, che la struttura paramilitare delle Auc è ancora in piedi, nonostante il governo abbia cercato di negarlo in ogni modo nei mesi passati. Dimostra che i capi hanno continuato a delinquere e lo avevano fatto prima, durante e dopo il processo di pace, cosa che dovrebbe privarli automaticamente dei benefici della legge di “justicia y paz” e dei relativi sconti di pena.
Mira decentrata. Eppure l’ira presidenziale si è abbattuta sulle intercettazioni e non sul contenuto, sulla loro illegalità e non sul mondo paramilitare che hanno rivelato. Un’indagine sulle intercettazioni dei detenuti e sulla loro diffusione alla stampa ha portato alla scoperta di altre intercettazioni illegali che riguardavano l’opposizione e vari importanti giornalisti. Alcune di queste risalenti perfino alla campagna elettorale, prova che qualcuno spiava Carlos Gaviria, allora candidato alla presidenza per il Polo Democratico.
Effetto sorpresa. Con una decisione senza precedenti il presidente ha destituito 12 dei 20 generali attivi della polizia e nominato un nuovo direttore, il generale Naranjo, molto rispettato per il suo lavoro nella polizia antindroga nonostante suo fratello sia in carcere in Germania proprio per narcotraffico.
Con questa mossa a sorpresa il presidente ha dimostrato una gran capacità di reazione e la nomina di Naranjo ha avuto una buona risposta a livello internazionale proprio per le sue riconosciute capacità. Sarebbe però interessante sapere per conto di chi la polizia intercettava i leader dell’opposizione e tanti giornalisti critici del governo. Un mese fa il presidente Uribe si lasciò scappare una dichiarazione che fece scalpore, nella quale affermava di ricevere informazioni di intelligence sull’attività di alcuni leader dell’opposizione. L’occasione era la risposta a un importante dibattito parlamentare, promosso dal senatore Gustavo Petro del Polo Democratico, durante il quale furono presentate importanti prove sulla nascita del fenomeno paramilitare nella regione di Antioquia, fatti verificatisi quando l’attuale presidente ne era governatore.
Il presidente si riferiva al fatto che l’opposizione era in contatto con alcuni esponenti democratici negli Stati Uniti e cercava di sabotare il trattato di libero commercio Colombia-Usa, che potrebbe essere bocciato dal nuovo congresso a maggioranza democratica.
In conclusione. La decapitazione dei vertici della polizia sposta l’attenzione dalle attività dei capi paramilitari in carcere, ma certamente non risolve il problema della prova del fallimento del processo di pace, che sta garantendo impunità in cambio di nulla.
Fonte: Peace Reporter del Colombia 31 maggio 2007
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=6&ida=&idt=&idart=8036